Al MAXXI le immagini di due dei più grandi maestri della fotografia giapponese
A Roma il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebra due dei principali maestri della street photography giapponese: Daido Moriyama (Osaka, 1938) con il suo maestro Shomei Tomatsu (Nagoya, 1930 – Naha, 2012) eospita, fino al 16 ottobre 2022, la mostra “TOKYO REVISITED. DAIDO MORIYAMA CON SHOMEITOMATSU”. L’esposizione, prodotta dal MAXXI in collaborazione con la MEP, Maison Européenne de la Photographie di Parigi e curata da Hou Hanru con Elena Motisi, presenta il “mondo non visto” di Tokyo dal dopoguerra ai nostri giorni.
“La grande fotografia è protagonista della stagione espositiva del MAXXI, per indagare il mondo e noi stessi attraverso gli occhi di maestri eccezionali. Tokyo Revisited. Daido Moriyama con Shomei Tomatsu porta all’attenzione del pubblico italiano la magnetica selezione del lungo e complesso lavoro realizzato da due figure tra le più influenti della scena internazionale. Dalla tragedia della sconfitta bellica alla febbre consumistica che si è rovesciata su un’antica cultura fino all’esplosione della potenza tecnologica, Tokyo è un osservatorio straordinario e unico. Nelle istantanee di Daido Moriyama e Shomei Tomatsu, realistiche e poetiche nel contempo, Tokyo, città nuda, diviene il simbolo della condizione umana contemporanea,” afferma Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI.
Alla scoperta degli angoli “nascosti” di Tokyo
La mostra “TOKYO REVISITED.DAIDO MORIYAMA CON SHOMEITOMATSU” offre un’occasione unica per immergersi nel mondo di Tokyo. Una metropoli dinamica e cosmopolita in continua espansione e trasformazione, ricca di contrasti e aspetti “segreti”, proiettata nel futuro ma anche ben radicata nella sua storia millenaria. Una grande città da milioni di persone nella quale le scintillanti luci al neon, il caos e la frenesia quotidiana si contrappongono a oasi di pace e intimità immerse nella natura, dove architetture e infrastrutture avveniristiche dialogano con antiche costruzioni in legno e tradizionali quartieri popolari.
“Tokyo è un oceano con una selva di soggetti in attesa di essere fotografata. Non ho scelta, devo buttarmi e rinunciare al controllo delle cose…”
Daido Moriyama
In mostra, in esclusiva per l’Italia, una selezione di immagini dei due grandi maestri giapponesi che, come cani randagi – per citare il titolo di una famosa opera di Moriyama, Misawa (Stray dog, 1971), da lui stesso identificata come il proprio ritratto – vagano senza meta per la città osservando con attenzione il “mondo non visto”, per catturare con la loro camera la diversità umana e sociale. L’intento non è di ritrarre solo la bellezza di Tokyo, ma esplorare il territorio e mostrarne ogni aspetto, condividendo l’idea di utilizzare la fotografia più come osservatorio di vita che come genere artistico. Tomatsu con un sguardo più attento a temi sociali e politici, Moriyama, con il suo scatto “grainy, blurry and ufocused” (sgranato, offuscato e fuori fuoco), rinunciano a ogni convenzione estetica basata sull’armonia dell’immagine e documentano con figure volutamente imperfette, sgranate e offuscate, la loro realtà piena di contraddizioni e la moderna società giapponese dei consumi dove tutto è incerto, instabile e in divenire.
“Sicuramente, le istantanee di Tomatsu e di Moriyama… sono istantanee nel vero senso della parola. Profondamente radicate nella realtà di Tokyo dal dopoguerra a oggi, sono caotiche e incontrollabili, trasgrediscono consapevolmente e inconsapevolmente l’ordine sociale prestabilito, enfatizzando l’accumulo, la densità, la sovrapposizione delle “cose”: esseri umani, animali, piante, oggetti, scene, catturati sempre in situazioni spontanee. Insieme, alla dérive nella città, i due maestri hanno creato una sorta di machine désirante nello stile di Deleuze-Guattari, che crea un sistema di “mappatura psicogeografica” di Tokyo (e occasionalmente di altre città che hanno visitato). Come sostiene Daido Moriyama, non viene presentata la verità, ma una ‘città nuda’, una ‘nuda realtà’,” spiega Hou Hanru, Direttore Artistico Fondazione MAXXI.
“Quello di Moriyama è un racconto visivo quasi joyceano che, come in un romanzo, rappresenta le vicende della vita e della città con un libero fluire, con le sue connessioni e altrettante disconnessioni. Il racconto è destrutturato e privo di punteggiature: quello di Moriyama è un open process, una storia senza fine che si riscrive e sovrascrive continuamente. Moriyama scatta foto di se stesso e del mondo al di fuori, senza necessariamente mettere un filtro tra queste due realtà, senza distinzione tra soggetto e oggetto canonicamente intesi. L’autoritratto popola la mostra al MAXXI in un rimando continuo di volti, rifrazioni e ombre in cui l’autore diventa anche attore,” aggiunge Elena Motisi, Curatore Fondazione MAXXI
I temi della mostra
Sono dieci i temi principali esplorati dal duo Tomatsu e Moriyama tutti dedicati alla capitale giapponese e al racconto della sua dimensione sociale: il nomadismo urbano come stile di vita; Tokyo come luogo per “lo spettacolo” umano e artistico dove le fotocamere sono usate per documentare le performance e i loro protagonisti (Actor Shimizu Isamu, 1968 ); ancora il mondo dell’arte con influenze dalla Beat Generation a William Klein e Andy Warhol (ACCIDENT,1969); le infrastrutture visibili e invisibili, in superficie e sottoterra, che modificano il tessuto urbano della metropoli garantendone il suo funzionamento ma che diventano anche insoliti palcoscenici di commedie quotidiane (Platform,1977 ); Shinjuku, un noto “distretto a luci rosse” di Tokyo, dove i due maestri scattano “istantanee” provocatorie; Il mondo interiore che riflette quello esteriore, con istantanee della loro immagine allo specchio o scatti della propria ombra sotto il sole e al chiaro di luna oppure ancora, come in Pantomime (1964), ritraendo feti in provetta per scoprire “l’interiorità” comune a tutti gli esseri umani; seguono l’intimità e l’eros (Blood and Roses, 1969); il ruolo dell’autoritratto, l’editoria e i photo books che in Giappone hanno un lunga tradizione e sono esposti in mostra in un’area dedicata insieme a tutti i numeri della rivista Record in libera consultazione; infine l’impatto dell’era del digitale, della modernizzazione, dell’espansione e del colore sulla tranquilla capitale imperiale che viene così trasformata in una dinamica città cosmopolita, illuminata da insegne luminose al neon, luci di automobili, lampioni stradali e pannelli pubblicitari dove si moltiplicano nuove visioni e illusioni, frutto di una società consumistica e liberale (Pretty Woman, 2017).
Il percorso espositivo
Luci al neon, centinaia di immagini stampate in diversi formati, suoni e filmati video conducono il visitatore in un percorso espositivo multisensoriale che invita ad esplorare gli aspetti meno noti della città di Tokyo. La mostra è ospitata nellaGalleria 3 al Piano 1 del MAXXI ed è caratterizzata da una sequenza fluida e dinamica di pareti di colore giallo, per le fotografie di Moriyama, e celeste per quelle di Tomatsu. Delle oltre 500 immagini esposte la maggior parte sono quelle originali stampate in Giappone mentre alcune sono riprodotte graficamente su grandi wallpaper per una superficie totale di oltre 600 mq.
“La mostra al MAXXI è proprio questo: un percorso espositivo che non segue una struttura narrativa predefinita ma che si rivela al visitatore con le immagini di una mappa visiva in cui perdersi e ritrovarsi. L’unica costante è la città, con i suoi distretti così diversi tra i quali Shinjuku che sembra essere quello che meglio si adatta e risponde ai sentimenti e ai desideri di Moriyama e di Tomatsu. Entrambi registrano il proprio tempo, l’intensità e il carattere della città e della sua storia,” spiega Elena Motisi, Curatore Fondazione MAXXI.
Un mondo di libri
Parte integrante dell’esposizione è un’area dedicata all’editoria e in particolare ai photo books che in Giappone hanno una lunga tradizione e sono diventati un’espressione significativa della trasformazione urbana e sociale della nazione. L’enorme quantità di libri illustrati prodotti dai fotografi giapponesi hanno conquistato una posizione rilevante nella cultura artistica e popolare giapponese. Moriyama rappresenta, insieme a Tomatsu, il culmine di questa produzione di massa grazie alle sue numerose pubblicazioni e in particolare alla rivista autoprodotta Provoke (1969), attualmente considerata un must della storia della fotografia, e al progetto editoriale Record chedal 1972 incarna la sua massima espressione urbana ed è in libera consultazione per i visitatori della mostra.
Fino al 16 Ottobre 2022
MAXXI
Via Guido Reni, 4
Martedi-Venerdi 11.00-19.00, Sabato-Domenica 10.00-19.00
Biglietti: intero 12€ – ridotto 9€