Quali saranno le tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero post-Covid? Lo abbiamo domandato a direttori e manager degli hotel romani.
L’industria del turismo è la miniera d’oro dell’Italia. Il Bel Paese conta ben 55 siti UNESCO e ha accolto oltre 215 milioni di turisti da tutto il mondo nel 2019. Come si poteva immaginare, il Covid ha avuto un effetto catastrofico sul turismo, con strutture ricettive che cercano di far fronte alle restrizioni e ai pochi turisti. Dopo un anno di convivenza con il virus, ci siamo rivolti ai direttori degli hotel di Roma per conoscere le prospettive del turismo, le nuove tendenze nel settore dell’ospitalità e gli effetti della pandemia.
Quanto tempo, secondo lei e sulla base dei vostri dati, servirà per tornare ai livelli di turismo pre-Covid?
“Credo che ai livelli del 2019 si arriverà solamente alla fine del 2022. Sicuramente appena si riapriranno le frontiere ci sarà un grande movimento a cui seguirà una fase più calma per poi arrivare alla normalità.”
Come ha reagito il settore alberghiero alla pandemia, e, soprattutto, come ha reagito l’hotel di cui è direttore?
“Hotel Eden ha avviato diverse iniziative per mantenere il contatto con i suoi ospiti e dare un segnale positivo in un momento difficile. Abbiamo proposto per la prima volta il take away/delivery “Hotel Eden a casa tua” con i piatti del nostro executive chef Fabio Ciervo, sono stati realizzati dei video sulla preparazione della pizza, sui cocktail signature de Il Giardino Bar.
The Eden Spa è una delle poche ad essere rimasta aperta in città (quando lo consentiva il DPCM), offrendo un servizio di livello bespoke ai clienti e in tutta sicurezza, in quanto non ci sono spazi condivisi. Inoltre abbiamo proposto le staycation includendo nel prezzo servizi normalmente considerati extra. Ad esempio, in occasione di San Valentino è stata proposta la staycation “Fuga Romantica” in cui era inclusa una cena per due a firma di Ciervo.”
Crede che il settore dell’ hospitaly cambierà? Quali sono le tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero?
“Il post Covid nel settore hospitality vedrà un incremento del turismo leisure, mentre i viaggi business soffriranno per un po’ di tempo. Credo che il turismo sarà meno frenetico, vorrà far meno per godere di più i momenti, vorrà ritrovare i luoghi cari più che lanciarsi nella scoperta di nuovi.
Una tendenza che pian piano ha preso piede è quella del turismo di prossimità, il covid ha creato questa nuova opportunità. Gli alberghi si sono rivolti ai locali e agli italiani con proposte ad hoc e sono certo che questa tendenza continuerà ad essere coltivata in futuro. E prevarrà sempre di più ‘L’experience economy’ che ha come valore le emozioni prodotte da beni immateriali: esperienze uniche e ricercate in grado di toccare le corde emotive di chi le vive.”
Quanto tempo, secondo lei e sulla base dei vostri dati, servirà per tornare ai livelli di turismo pre-covid?
“Inutile dire che risulta molto difficile fare previsioni in questo momento, se i vaccini ci fanno ben sperare le varianti del virus non rassicurano. Ad ogni modo, il ritorno ai livelli pre-Covid, condiviso anche da studi di mercato e società di analisi, non si prevede prima del 2023. Tuttavia, essendo io una persona ottimista e credendo fortemente nella voglia e volontà delle persone di tornare a viaggiare, a vivere uniche ed indimenticabili esperienza la ripresa potrebbe sorprenderci tutti positivamente.”
Come ha reagito il settore alberghiero alla pandemia, e, soprattutto, come ha reagito l’hotel di cui è direttore?
“Il Sofitel di Roma, così come tutto il gruppo Accor, ha cercato di mantenere aperte le proprie strutture al fine di dare un servizio e di essere presenti nel mercato. Certo una delle prime cose fatte è stata quella di applicare regole stringenti di pulizia e igienizzazione, affidandoci ad esperti del settore ed ottenendo la certificazione ALLSAFE rilasciata da SGS in collaborazione con Bureau Veritas. Ci tengo anche a dire, con orgoglio, che il gruppo Accor ha creato un fondo di sostegno economico per i propri dipendenti in difficoltà. Anche se non con flussi costanti, i clienti stanno piano piano tornando ed il personale che rientra al lavoro lo fa con slancio, positività e determinazione a ripartire.”
Crede che il settore dell’ hospitality cambierà? Quali sono le tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero?
“Sicuramente ci siamo abituati a nuovi standard, nuovi gesti, a mantenere la distanza di sicurezza a non vedere più il sorriso delle persone, anche se sono i loro stessi occhi a parlare e a sorridere. L’essere umano in quanto tale ha bisogno di relazioni, di gesti ed esperienze da vivere. Certo anche il settore dell’hospitaly diventerà più “tecnologico e digitale” si avvalerà di strumenti di check in , comunicazione, meeting molto più sofisticati ma la vacanza è esperienza da vivere e condividere ed il servizio, specialmente quello su misura, è fatto dalle persone. La loro passione, la nostra passione per questo tipo di attività è ciò che ha fatto e farà la differenza.”
Quanto tempo, secondo lei e sulla base dei vostri dati, servirà per tornare ai livelli di turismo pre-covid?
“Sicuramente dovrà passare ancora un po’ di tempo per tornare a quello che era il turism pre-Covid. I tempi di ripresa sembrano essere ancora molto lenti e credo che fino a quando non vi sarà una reale certezza di viaggiare sicuri e senza rischi di contagio, non avremo gli stessi numeri di prima. Il vaccino aiuterà molto la speranza questo possa avvenire in futuro ma ho la sensazione che dovremo ancora attendere un po’.”
Come ha reagito il settore alberghiero alla pandemia, e, soprattutto, come ha reagito l’hotel di cui è direttore?
“È stato un duro colpo per tutti ma per il settore alberghiero e turistico in generale molto più forte che per gli altri. Va poi detto che c’è’ stato un impatto diverso tra strutture ricettive stagionali e quelle aperte tutto l’anno, in città, come la nostra per esempio, che hanno purtroppo subito in maniera ancora più forte lo scotto di una mancata affluenza turistica internazionale oltreoceano. Ospiti provenienti dal Nord America, Canada e America Latina, rappresentano il 75% della nostra clientela ed è facile immaginare quanto duro sia stato l’impatto senza di loro. Ma non ci siamo persi d’animo e in qualche modo abbiamo continuato ad essere positivi cercando di trovare soluzioni alternative. La Staycation per esempio è stato un chiaro esempio di resilienza, una nuova alternativa che sta prendendo sempre più piede e che da la possibilità di vivere una piccola vacanza ed un momento di spensieratezza nella propria città!”
Crede che il settore dell’ hospitality cambierà? Quali sono le tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero?
“Si, ho la sensazione che qualcosa cambierà ma ancora non siamo in grado di dire in che modo. Sicuramente questo ultimo anno ha avuto delle ripercussioni molto forti a livello personale su ognuno di noi, il settore alberghiero così come tanti altri ne vedrà le conseguenze, ma sono comunque positiva poiché viaggiare e scoprire nuovi paesi e nuove città resta una delle cose più belle che abbiamo e che fanno parte del nostro DNA. La voglia di scoprire nuovi mondi e nuove realtà non passerà mai!”
Quanto tempo, secondo lei e sulla base dei vostri dati, servirà per tornare ai livelli di turismo pre-covid?
“Sarà graduale. non ci sarà l’effetto ripresa del 100% subito anche per i problemi dei voli aerei. Ci auguriamo che a partire da metà 2022 la situazione sarà molto simile al 2019 per poi stabilizzarsi entro la fine del 2022. Tutto dovrebbe essere messo alle spalle a partire dal 2023.”
Come ha reagito il settore alberghiero alla pandemia, e, soprattutto, come ha reagito l’hotel di cui è direttore?
“Sicuramente moltissime attività, specie di sales & marketing, sono state spostate sul versante online. Abbiamo creato nuovi pacchetti più orientati sulle esperienze e sta cambiando il modo di comunicare con gli ospiti. Il servizio si sta direzionando verso un servizio sempre più tailor-made. La conoscenza dell’ospite e le sue necessità sono prioritarie in questa fase. L’ospite si deve sentire protetto e circondato da uno staff capace più che mai di gestire ogni tipo di richiesta o emergenza.”
Crede che il settore dell’ hospitality cambierà? quali sono le tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero?
“Si, credo che qualcosa cambierà nelle abitudini e richieste dei viaggiatori. Tutti cercheremo più “privacy”, spazi, esperienze. Probabilmente si destagionalizzerà un po’ il calendario e gli affollamenti non piaceranno più molto. Si cercheranno vacanze di qualità.”
Quanto tempo, secondo lei e sulla base dei vostri dati, servirà per tornare ai livelli di turismo pre-covid?
“Sulla base del pick up prenotazioni, dello stato attuale dei nostri key market USA e UK, oltre che al resto d’Europa e della Cina, ma soprattutto sulle difficoltà di reperire voli a costi ragionevoli ed in numero sufficiente per gli spostamenti internazionali ed intercontinentali, stimiamo che il livello 2019 sarà nuovamente raggiunto nell’estate-autunno 2022 con piena ripresa nel 2023.”
Come ha reagito il settore alberghiero alla pandemia, e, soprattutto, come ha reagito l’hotel di cui è direttore? (nuove iniziative, servizi)
“Nessun hotel italiano, a parte alcuni che a Marzo 2020 erano geograficamente collocati nelle zone dei focolai pandemici a nord, è stato costretto a chiudere per disposizioni governative. Siamo stati tutti lasciati a noi stessi senz’alcuna indicazione pur nell’evidenza che la chiusura dei confini Italiani ed il lockdown avrebbero determinato immediatamente un’immobilità tale da causare conseguenze economiche più gravi per il turismo che per altri settori. La scelta di sospendere l’attività fino a data da definirsi, o serrare totalmente o continuare ad operare tra mille difficoltà e rari ospiti è stata affrontata dalle aziende stesse senza minimamente sapere se, come e quando sarebbero arrivati aiuti e quanto sarebbe durato questo stato di crisi che ancora permane.
Per il Monti Palace Hotel la priorità è stata innanzi tutto quella di adeguare i locali comuni e le camere mettendo in opera tutte le azioni di contrasto al Covid19 per poter proteggere i nostri clienti e dipendenti: extra pulizie, uso dei dispositivi indicati dall’OMS, puntuali interventi sul filtraggio aria, distanziamento e adeguamento delle postazioni e dei percorsi per citarne alcune. Seguiamo un rigido protocollo in ogni fase della giornata affiancati costantemente da consulenti per la sicurezza. Abbiamo organizzato la colazione servita con vassoio in camera al posto del ricco buffet presso il nostro rooftop ma ci auguriamo poterlo riaprire presto essendo un’esperienza attesissima e molto desiderata dagli ospiti.
Ci siamo concentrati poi nell’estendere la validità ed i crediti di tutte le prenotazioni cancellabili e non cancellabili di competenza 2020 e 2021 fino al dicembre 2022 tramite voucher di nostra emissione e corrispondendo direttamente con i clienti.”
Crede che il settore dell’ hospitaly cambierà? Quali sono le tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero?
“Ci saranno notevoli cambiamenti sia tra i player che tra gli hotel stessi presenti sul mercato. Confermiamo la tendenza ad un ritorno al canale diretto così come la ricerca di pacchetti esperenziali che già era comunque iniziata in epoca pre-Covid. L’opportunità è senz’altro quella di riequilibrare un mercato che ha visto negli ultimi anni emergere fin troppo i canali di vendita gestiti da terzi con azioni a volte smodate che hanno portato all’erosione tariffaria.
Riteniamo invece sia possibile contemporaneamente continuare a collaborare in un ottica di partecipazione ed eguaglianza confidando in atteggiamenti meno disinvolti e di maggiore fair play da parte dei nostri Web Partners sia ulteriormente sviluppare i canali diretti al momento decisamente preferiti dai viaggiatori più consapevoli.”
Quanto tempo, secondo lei e sulla base dei vostri dati, servirà per tornare ai livelli di turismo pre-covid?
“È difficile da prevedere ma molto dipenderà dai tempi in cui almeno l’80% della popolazione terrestre sarà vaccinata. Credo che settembre 2021 potrebbe essere uno spartiacque per una buona fetta iniziale di turismo, dove il pensiero comune sarà “sbrighiamoci ad andare a vedere il Papa ed il Colosseo prima che una qualche altra calamità ce lo impedisca”…. e ciò potrebbe farci vivere un inizio 2022 anomalo per la nostra destinazione, con buone occupazioni anche a gennaio e febbraio 2022, finalmente.”
Come ha reagito il settore alberghiero alla pandemia, e, soprattutto, come ha reagito l’hotel di cui è direttore?
“Vedo un 2021 molto meno sostenibile economicamente del 2020. Il secondo ha visto le casse e le tasche dei piccoli medi imprenditori svuotarsi tant’è che come si apprende dai giornali di settore a Roma è in corso un rinascimento immobiliare alberghiero con almeno 5 importanti marchi dell’ospitalità mondiale che apriranno i loro servizi incluse almeno 1000 stanze in più di quelle che abbiamo oggi entro il 2023.
Per coloro come l’hotel che dirigo è fondamentale in questo periodo storico fare formazione sia per i quadri manageriali sia per il personale di secondo e terzo livello. Digitalizzare, semplificare e snellire le procedure il più possibile affinché resti più tempo da dedicare al cliente. “Il cliente al centro” è il mio mantra del 2021.”
Crede che il settore dell’ hospitaly cambierà? Quali sono le tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero?
“Ovviamente ma è bene sottolineare che il cliente, come primo approccio, cercherà e premierà coloro che andranno a soddisfare senza preoccupazioni l’aspetto igienico/sanitario dell’ospitalità. Ospitalità sicura, protetta, certificata. Come cambierà? Forse, nonostante la maggiore domanda per la digitalizzazione favorendo il social distancing, questo si tradurrà in una umana atavica necessità di condividere e percorrere itinerari off the beaten track anche all’interno della stessa città eterna. Il progetto rilancio della concierge dell’Hotel Barocco in collaborazione con Romeing passa per proporre all’ospite itinerari oltre quelli ultra affollati dei “soliti” luoghi turistici.”
Quanto tempo, secondo lei e sulla base dei vostri dati, servirà per tornare ai livelli di turismo pre-covid?
“Presumibilmente il mercato del turismo, con l’impatto massivo delle campagne vaccinali, comincerà a riprendersi lentamente e per arrivare a raggiungere i livelli pre-Covid dovremo aspettare almeno la primavera del 2023.”
Come ha reagito il settore alberghiero alla pandemia, e, soprattutto, come ha reagito l’hotel di cui è direttore?
“Il settore alberghiero con l’arrivo della pandemia è stato sicuramente uno tra i più colpiti, basti pensare che alcune strutture della capitale sono chiuse da un anno ormai e non sappiamo ancora per quanto. Personalmente per la struttura che dirigo ho pensato dagli inizi che sarebbe stato indispensabile mantenere una continuità agli inizi e garantire, a chi forniva i servizi essenziali, un alloggio e successivamente adeguare l’hotel a tutte le norme anti contagio oltre a privilegiare, laddove possibile e clima permettendo, gli spazi esterni essendo la struttura dotata di una grande terrazza.”
Crede che il settore dell’ hospitaly cambierà? Quali sono le tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero?
“Certamente dovremo cercare di intercettare il più possibile la clientela internazionale che non ha mai visitato il nostro Paese e la nostra città ed altrettanto invogliare i turisti che già conoscono la nostra struttura a farvi ritorno dando loro la garanzia di poter godere di una esperienza turistica in tutta sicurezza.
Parallelamente, il settore turistico – al momento in cui sarà possibile viaggiare – dovrà adeguarsi alle mutate esigenze dell’utenza che certamente pretenderà degli ambienti e servizi impeccabili. Sarà quindi verso questa direzione che le strutture dovranno uniformarsi.”