Il corpo poetico. Pasolini in mostra a Palazzo delle Esposizioni

Il corpo poetico. Pasolini in mostra a Palazzo delle Esposizioni
Da sinistra: Alberto Moravia, Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, persona non identificata, Maria Callas. Polaroid | Archivio Fotografico di Dacia Maraini

A cento anni dalla nascita tre sedi museali celebrano Pier Paolo Pasolini con il progetto espositivo Tutto è santo

A un secolo dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, quel 5 marzo 1922, Roma con l’Azienda Speciale Palaexpo, le Gallerie Nazionali di Arte Antica e il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, rende omaggio al poeta, regista, scrittore e artista con un grande progetto espositivo dal titolo Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo, in tre sedi museali.

Si comincia da Palazzo delle Esposizioni dove la mostra Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico, visitabile fino al 26 febbraio, è un viaggio a tutto tondo nella dimensione radicale di Pasolini autore, sempre vissuta attraverso una fisicità che attraversa il mondo come splendore e tragedia, in un amore estremo per la vita e per la realtà straripante delle borgate e in un’opposizione profetica alla sottomissione dei corpi e dei volti, alle convenzioni e alle normalizzazioni omologanti.

“Tutto è santo…Non c’è niente di naturale nella natura, ragazzo mio, tientelo bene a mente. Quando la natura ti sembrerà naturale, tutto sarà finito, e comincerà qualcos’altro”.

L’idea del progetto si ispira a questa frase pronunciata dal saggio Chirone nel film Medea (1969), a ricordare la misteriosa sacralità del mondo del sottoproletariato, arcaico e religioso, in contrasto con gli eroi di un mondo laico, razionale, borghese.

A partire dalla prima delle sette sezioni del percorso incontriamo il volto di Pasolini, nelle sue espressioni, nelle sue pieghe, come un’autentica incarnazione della poesia.

Il corpo poetico. Pasolini in mostra a Palazzo delle Esposizioni
Pier Paolo Pasolini con la madre Susanna nella loro casa in Via Carini a Roma, 23 maggio 1962. Fotografia di Vittorio La Verde © GERARDO MARTORELLI

“Il dopo pranzo esco, e vado a spasso quasi sempre almeno fino alle due di notte: passo dalle borgate e dalla periferia più affamata a qualche, non frequente, riunione con gli amici, Bertolucci, Bassani, Gadda, Moravia, la Morante, Citati…Ma la maggior parte della mia vita la trascorro al di là del confine della città, oltre i capolinea”.

Ritroviamo lo scrittore ostaggio degli innumerevoli procedimenti giudiziari che per 25 anni hanno fatto di Pasolini vittima della magistratura, accompagnati da una quotidiana operazione di derisione su giornali, riviste, cinegiornali, volantini dove la lingua del disprezzo e dell’odio ha come bersaglio l’omosessualità del poeta.

L’anima dello scrittore ferocemente innamorato della vita, che divora senza limiti la sua abbondanza sconfinata, emerge nel percorso, curato da Giuseppe Garrera, Cesare Pietroiusti, Clara Tosi Pamphili e Olivier Saillard, attraverso la corporeità degli oggetti.

I filmati e le fotografie, accanto alle testimonianze di chi Pasolini lo ha conosciuto, costituiscono la parte forse più emozionante del percorso.

Pasolini in Mali fotografato da Dacia Maraini, o ancora sul set di Comizi d’amore – un documentario girato nel 1965 in giro per l’Italia a intervistare gli italiani sulla sessualità – lascia il posto a giornali dell’epoca, prime edizioni di libri, riviste sulle quali per la prima volta compaiono interviste, articoli, interventi.

Con la loro consistenza massiccia, come fossero ancora adagiati sui corpi degli attori, i costumi dei film di Pasolini, realizzati da Danilo Donati, caratterizzano un’interessante sezione della mostra co-curata da Olivier Saillard. Il pubblico li scruta come fossero ancora nella sartoria Farani, simili a testi da consultare, opere dell’archivio di un museo dedicato al suo cinema.

Tra queste autentiche opere artistiche concettuali capaci di assecondare la volontà del regista sbucano la tunica per ancella dell’Edipo Re, la tunica Aziz per Ninetto Davoli ne Il fiore delle mille e una notte, e ancora i costumi de Il Vangelo secondo Matteo, il primo film pasoliniano nel quale i costumi hanno una fondamentale funzione espressiva.

Oltre ai dattiloscritti, ai ciclostilati, ai filmati, non manca la musica a impreziosire una delle sette sezioni del percorso allestito, con la sua selezione di oltre 700 pezzi, all’interno delle sale del piano nobile del Palazzo delle Esposizioni. Il ritratto inedito del grande intellettuale italiano passa infatti anche attraverso i nastri e i dischi.

Il corpo poetico. Pasolini in mostra a Palazzo delle Esposizioni
Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico, Allestimento | Foto: Paolo Darra

Nella sezione Voci – di popolo e di poeta le incisioni discografiche dei canti dei lavoratori, di quelli dialettali, rivoluzionari e di protesta, registrati e raccolti negli anni Sessanta e Settanta, attestano un patrimonio immenso ormai inabissato. Qui è presentata al pubblico tutta la produzione sonora e musicale di Pasolini: le incisioni discografiche in 33 e 45 giri della sua voce, di musiche e canzoni, oltre ai libretti di sala e alle immagini degli spettacoli di Laura Betti, Sergio Endrigo, Domenico Modugno, Gabriella Ferri.

L’intrattenimento è uno dei dispositivi più offensivi e sprezzanti, e al contempo uno dei più efficaci, nella trasformazione dei cittadini in sudditi. “Mia madre e mia zia sono tra i dannati che vedono la televisione tutte le sere”, scriverà da lì a pochi anni Pasolini.

Questa sezione accoglie Canzonette, un vinile realizzato espressamente da Bomba Dischi, in collaborazione con GUCCI, sponsor del progetto, con Ariete, Franco126, CLAVDIO, Giorgio Poi, POP X & Giacomo Laser, un omaggio alla musica scritta e amata da Pasolini.

Il miracolo della diversità dei volti e di un pensare anarchico, la sacralità della donna come appartenente a una “razza sacra” che assume su di sé il dolore dei millenni fatto di esclusione e pregiudizio, irrisione e demonizzazione, un Sud visto come orizzonte di alterità e salvezza sono tematiche che attraversano tutta l’opera di Pasolini, come anche l’amore o lo struggimento per i dialetti e le parlate, per la progressiva scomparsa delle voci e dei canti del popolo provocata dall’omologazione televisiva, la centralità della povertà come dimensione umana reale di fronte all’irrealtà alienata del consumismo.

Il corpo poetico. Pasolini in mostra a Palazzo delle Esposizioni
Pier Paolo Pasolini. Stadio Flaminio, Roma, 1974 | Fotografia di Aldo Durazzi Agenzia Du foto © ALBERTO DURAZZI

Il pubblico segue lo scrittore, poeta e regista Pasolini e lo ritrova nel sogno di una visionaria partitella al Trullo, una visione di Paradiso, e ancora sui campi da calcio, allo stadio Flaminio a disputare, il 22 febbraio 1975, l’amichevole tra i circensi del circo Orfei e i protagonisti dello spettacolo, ma soprattutto nella sua casa di via Carini o nell’appartamento di via Eufrate.

E soprattutto nelle periferie di Roma.

Il corpo poetico. Pasolini in mostra a Palazzo delle Esposizioni
Pier Paolo Pasolini sulla riva del Tevere a Roma, Fotografia Gabriella Drudi, anni Cinquanta | Courtesy Fondazione Toti Scialoja, Roma

Ed ecco l’incontro con la città eterna, regno e gloria di Sodoma, la città dove, dopo aver lasciato precipitosamente Casarsa e il Friuli in seguito all’imputazione di atti osceni in luogo pubblico e di corruzione di minore, Pasolini arriva all’alba del 28 gennaio 1950 assieme alla madre Susanna.

“Io sto diventando romano, non so più spiccicare una parola in veneto o in friulano e dico li mortacci tua. Faccio il bagno nel Tevere” scriveva al cugino Nico Naldini.

E due anni dopo all’amico Giacinto Spagnoletti: “Tu sapessi che cosa è Roma! Tutta vizio e sole, croste e luce: un popolo invasato dalla gioia di vivere, dall’esibizionismo e dalla sensualità contagiosi, che riempie le periferie. Sono proprio perduto qui in mezzo”.

Tra i ricordi di chi lo ha conosciuto c’è anche quello del poeta Sandro Penna: “Era buono, dolcissimo e bello. I miei ragazzi lo guardavano e dicevano: sembra la luna”.

Il corpo poetico. Pasolini in mostra a Palazzo delle Esposizioni
Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico, Allestimento | Foto: Paolo Darra

Prima di lasciare la mostra i visitatori sono invitati a intrattenersi nello spazio circolare della Rotonda, trasformato per l’occasione in una grande sala-lettura con numerose edizioni di libri su e di Pier Paolo Pasolini liberamente fruibili.

La mostra fa parte del programma PPP100-Roma Racconta Pasolini promosso da Roma Capitale Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.


Fino al 26 febbraio 2023

Palazzo delle Esposizioni

Via Nazionale, 194

Orari di apertura: Martedì – Domenica 10.00-20.00

Biglietti: Intero €10, Ridotto €8 – €4

palazzoesposizioni.it

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