Alla scoperta di una delle quattro meraviglie di Roma
Incunabolo del Barocco, palestra della scuola romana dei Carracci, gioiello di Antonio da Sangallo e Michelangelo, Palazzo Farnese si innalza dall’omonima piazza romana come un rigoglioso florilegio di architettura rinascimentale cinquecentesca. Considerato una delle quattro meraviglie di Roma, conosciuto da molti come il dado dei Farnese data la sua mole, dell’influente dinastia di collezionisti e mecenati fu a lungo vanto.
La sua costruzione ebbe inizio nel 1513 su richiesta del cardinale Alessandro Farnese, eletto pontefice nel 1534 con il nome di Paolo III, per essere completata dopo settantasei anni di lavori e l’intervento di illustri “archistar” dell’epoca tra cui Sangallo il Giovane, Michelangelo, il Vignola, Antonio Cipolla. Con Elisabetta Farnese, ultima discendente diretta, il Palazzo entrò a far parte del patrimonio della famiglia Borbone di Napoli.
Dal 1860 al 1863 fu dimora di Francesco II di Napoli che, nel 1874, ne concesse in affitto una parte al governo francese che vi trasferì la propria ambasciata per poi acquistarlo nel 1911. Successivamente fu riacquistato dallo Stato Italiano nel 1936, e contestualmente riaffittato per 99 anni alla Francia per una cifra simbolica, nell’ambito di un patto che prevedeva la concessione allo Stato Italiano, alle stesse condizioni, dell’Hôtel de La Rochefoucauld-Doudeauville, attuale sede dell’ambasciata d’Italia a Parigi.
Adagiato sull’omonima piazza ornata di fontane che riutilizzano bacini in granito provenienti dalle Terme di Caracalla, Palazzo Farnese – che, oltre all’ambasciata di Francia, accoglie una delle due sedi dell’École française de Rome – sfodera una facciata con una decorazione a losanghe, in mattoni con cantonale in travertino, articolata su tre piani. Le tredici finestre di ogni piano sfoggiano decorazioni diverse, mentre quelle del piano nobile sono coronate da frontoncini curvilinei e triangolari.
La mano di Michelangelo vibra nell’aggettante cornicione che delimita in alto la facciata, nel balcone sopra il portale centrale con il grande stemma e in alcune parti del cortile interno. Basta varcare la soglia dell’edificio per essere avvolti dall’ampio cortile porticato in perfetto stile classico, a ricordo dei fasti di Roma, dall’abbraccio delle colonne in granito rosa e grigio, tra nicchie e busti di imperatori romani.
Il trionfo dei Carracci
Ma è al suo interno che Palazzo Farnese mostra il suo volto più raffinato. La Camera del Cardinale viene affrescata già nel 1547 da Daniele da Volterra, mentre la Sala dei Fasti Farnesiani è opera di Francesco Salviati tra il 1552 ed il 1556 e di Taddeo Zuccari, che la completa a partire dal 1563.
La Galleria Carracci, conosciuta anche come Cappella Sistina laica – decorata con soggetti mitologici realizzati da Annibale, inizialmente insieme al fratello Agostino, tra il 1597 e il 1607 – è una vera festa per gli occhi, con il suo trionfo di luce, colori, plasticità delle figure.
Oltre che per i suo straordinari fasti è nota anche per un piccolo episodio attribuito alla tradizione: il litigio tra i fratelli Annibale e Agostino, quest’ultimo accusato dal fratello di entrare nottetempo nel palazzo e salire sulle impalcature con gli amici. Pretesto che avrebbe spinto Annibale a proseguire la sua opera da solo. Il risultato della sua mano è un trionfo di affreschi, stucchi, scene mitologiche che ammaliano e confondono. Le figure nude richiamano gli ignudi di Michelangelo nella Cappella Sistina, Galatea è un omaggio a Raffaello, e lo sguardo va in estasi nel contemplare amori profani e personaggi del mito, le passioni di Polifemo e Galatea, i muscoli di Ercole in compagnia di Iole, la possanza di Giove, Giunone, Diana sedotta da Pan, la bellezza di Orfeo e Euridice. Questo trionfo di storie ispirate all’Iliade, alle Metamorfosi di Ovidio, alle Georgiche di Virgilio dà vita a un pendant compositivo di rara bellezza.
Provate a cercare il putto che sbuca di fianco a un quadro, intento a fare pipì, quasi beffandosi degli ospiti che si trovano all’interno di questa sala.
Proprio al centro della Galleria, sulla volta, insiste il Trionfo di Bacco e Arianna, un festoso corteo di sileni e baccanti che sembra invitare i visitatori di Palazzo Farnese a salire, anche loro, sul carro dorato del dio o su quello d’argento della sua sposa. Un amorino pone sulla testa della donna una corona fatta di stelle, elementi presenti nello stemma della famiglia Aldobrandini, alla quale i Farnese di imparentarono.
L’opera fu infatti realizzata in previsione del matrimonio tra Ranuccio Farnese e Margherita Aldobrandini, giovanissima nipote di papa Clemente VIII. Anche se, effettivamente, il primo ambiente di Palazzo Farnese che Annibale Carracci decorò fu lo studio privato di Odoardo Farnese, conosciuto come Camerino Farnese, abbellito con un ciclo di storie di Ercole.
Rinnovando profondamente il genere della grande decorazione, la Galleria Farnese instaura un rapporto nuovo tra poesia e pittura. La sua decorazione non fu un’impresa semplice considerati gli spazi stretti (lunga 20 metri e larga 7), impedimento superato grazie alla creazione di un’architettura trompe-l’oeil. Gli atlanti monocromi sembrano di marmo, i medaglioni imitano il bronzo, le finte tavole appaiono poggiate alla volta. Le pareti sono in gran parte opera degli allievi dei Carracci tra cui il Domenichino, autore dell’affresco della Vergine dell’unicorno.
Alla mano di Agostino Carracci spetta la scena tratta da Ovidio che raffigura Aurora che rapisce il mortale Cefalo, del quale si era invaghita, portandolo via sul carro. La scena allude a come il passare del tempo possa far mutare i sentimenti d’amore, concetto suggellato anche dalle rose, fiore caduco per antonomasia, sorrette dall’amorino che si libra sopra il carro.
L’affresco ebbe grande fortuna a Roma, costituendo il modello di capolavori come l’Aurora di Guido Reni nel Casino Rospigliosi-Borghese, quella del Guercino nel Casino Ludovisi e il Carro di Apollo del Domenichino in Palazzo Costaguti.
Di Agostino Carracci è anche Il trionfo marino, scena nella quale alcuni avrebbero individuato interventi di Annibale. Un putto a fianco del tritone buccinatore si tappa le orecchie per proteggersi dal rumore.
Un altro gioiello di Palazzo Farnese: la Biblioteca dell’ École francaise de Rome
Dal 1875 Palazzo Farnese ospita L’École française de Rome, attiva in Italia per la ricerca e la formazione alla ricerca in storia, archeologia e scienze umane. Protagonista della ricerca francese all’estero, l’École, diretta dal 2019 da Brigitte Marin, sviluppa reti di cooperazione in ogni campi della sua attività, dalla formazione alla valorizzazione, dalla ricerca archeologica e storica alle indagini di scienze sociali, dalle risorse documentarie alle pubblicazioni.
Dalla fine del 2021 le porte di Palazzo Farnese sono state riaperte ai visitatori: è possibile prenotare le visite guidate sul sito www.visite-palazzofarnese.it. Nella sede dell’École française de Rome a palazzo Farnese, la visita guidata del venerdì sera prosegue fino al secondo piano con una presentazione della biblioteca e della Loggia ideata dal Vignola sulla facciata posteriore.
Accolta al secondo piano di Palazzo Farnese, la biblioteca dell’École française de Rome conta oltre 200mila volumi e circa 24 000 ingressi all’anno. L’École française de Rome ha inoltre stipulato una convenzione con la concessionaria dell’Area Archeologica Stadio di Domiziano per dare al pubblico l’occasione di scoprire l’area archeologica sottostante la sua sede di Piazza Navona 62, studiata e valorizzata tra il 2006 e il 2010.
Lo squarcio di JR sulla facciata del Palazzo
Dal 21 luglio scorso la facciata di Palazzo Farnese ospita un’opera monumentale dell’artista francese JR, creata appositamente in risposta all’invito dell’ambasciata di Francia in Italia. Questo spettacolare trompe-l’oeil, ampio oltre 600 metri quadri e intitolato Punto di fuga, corre sulle palizzate e sulle impalcature, svelando a modo suo una parte reale o rivisitata dell’interno del Palazzo. L’installazione è parte del programma di valorizzazione artistica del cantiere per il restauro delle facciate e dei tetti di Palazzo Farnese, che offrirà a vari artisti contemporanei l’opportunità di rendere omaggio a questo elegante edificio rinascimentale nel cuore di Roma.
Palazzo Farnese
Piazza Farnese, 67
Biglietto d’ingresso 12€ (Bambini sotto i 6 anni entrano gratis)
Visite guidate ogni lunedì, mercoledì e venerdì
Prenotazioni on line sul sito visite-palazzofarnese.it