I Musei Vaticani, dall’antichità alla contemporaneità. Un insieme di Musei dove ogni visitatore può trovare le proprie radici.
I Musei Vaticani, fondati nel 1506 da Papa Giulio II (1503-1513) nella Città del Vaticano a Roma, sono uno dei poli museali più importanti a livello internazionale con un’affluenza media annua di circa sei milioni e mezzo di visitatori da tutto il mondo. Il complesso museale comprende un insieme di Musei, con le ricche Collezioni di archeologia, etno-antropologia e arte antica, medioevale, rinascimentale e contemporanea accumulate dai diversi Pontefici nel corso dei secoli, come ad esempio la Pinanoteca Vaticana con le opere di Giotto, Leonardo, Raffaello e Caravaggio, e alcuni dei luoghi più esclusivi dei Palazzi Vaticani come la Galleria degli Arazzi, la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello e l’appartamento Borgia.
“Far conoscere, preservare e condividere quello straordinario lascito di cultura, di storia e di bellezza che i pontefici romani hanno raccolto e custodito per secoli: questa è la missione dei Musei Vaticani oggi” afferma Barbara Jatta, Direttore dei Musei.
- La Cappella Sistina
- Le Stanze di Raffaello
- La Sala di Costantino
- La Stanza della Segnatura
- La Stanza di Eliodoro
- La Stanza dell’Incendio di Borgo
- La Sala VIII
- La Pinacoteca Vaticana
- La Galleria delle Carte Geografiche
- Il Museo Pio Clementino
- L’Appartamento Borgia e le “camere segrete” del pontefice
- La Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea
- Il Museo Gregoriano Egizio
- Il Padiglione delle Carrozze
- Il Museo Etnologico Anima Mundi
- Il Cortile della Pigna
- La Scala Elicoidale
- I Giardini Vaticani
La Cappella Sistina
Un luogo unico al mondo dove ogni visitatore può ammirare e contemplare affreschi di ineguagliabile bellezza e dove ancora oggi si tiene il Conclave per l’elezione del Sommo Pontefice. La Cappella Sistina prende il nome da Papa Sisto IV della Rovere (pontefice dal 1471 al 1484) che, tra il 1477 e il 1480, fece ristrutturare l’antica Cappella Magna e, tra il 1481 e il 1482, fece eseguire alcune opere in marmo e degli affreschi sulle pareti da alcuni dei pittori più rinomati dell’epoca come Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli. Papa Giulio II della Rovere (pontefice dal 1503 al 1513), nipote di Sisto IV, incaricò Michelangelo Buonarroti (1475-1564) di dipingere la volta e, sulla parte alta delle pareti, le lunette. Gli affreschi eseguiti da Michelangelo, tra il 1508 e il 1512, raffigurano: nei nove riquadri centrali, le Storie della Genesi, dalla Creazione alla Caduta dell’uomo, al Diluvio universale e al successivo rinascere dell’umanità con la famiglia di Noè; negli spazi tra le vele, cinque Sibille e sette Profeti seduti su monumentali troni; nei quattro pennacchi angolari, le Salvazioni miracolose di Israele; nelle vele e nelle lunette (pareti nord – sud – ingresso) gli Antenati di Cristo. Durante il pontificato di Paolo III (pontefice dal 1534 al 1549), il genio di Michelangelo ha raggiunto la sua massima espressione artistica nella realizzazione del Giudizio Universale dipinto sulla grande parete d’altare. Con quest’opera, eseguita tra il 1536 e il 1541, Michelangelo ha rappresentato in forme visibili l’invisibile bellezza di Dio e guidato dalle parole della Genesi ha fatto della Cappella Sistina “il santuario della teologia del corpo umano” (Omelia, pronunciata da S.S. Giovanni Paolo II, 8 aprile 1994).
Le Stanze di Raffaello
Capolavori universali che meritano una visita solo per poter apprezzare e ammirare di persona la loro bellezza e magnificenza. Le Stanze di Raffaello costituivano parte dell’appartamento scelto da Papa Giulio II della Rovere (pontefice dal 1503 al 1513) come propria residenza e situato al secondo piano del Palazzo Pontificio. La decorazione pittorica delle Stanze fu realizzata da Raffaello Sanzio (1483 –1520) e dai suoi allievi tra il 1508 e il 1524.
Le Stanze di Raffaello sono quattro sale in sequenza: la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro, la Stanza dell’Incendio di Borgo e la Sala di Constantino.
La Sala di Costantino
La Sala di Costantino, destinata a ricevimenti e cerimonie ufficiali, prende il nome da Costantino (306-337 d.C. ) primo imperatore Romano a riconoscere ufficialmente la religione cristiana concedendo la libertà di culto. Gli affreschi, commissionati nel 1519 da Papa Leone X (pontefice dal 1513 al 1521), furono portati a termine dall’allievo Giulio Romano e da altri collaboratori sulla base dei disegni di Raffaello, prematuramente scomparso nel 1520. Nel riquadro centrale del soffitto a volta è raffigurato il Trionfo della religione cristiana sul paganesimo mentre sulle pareti verticali sono raffigurati quattro episodi della vita di Costantino e le figure di grandi pontefici fiancheggiate da immagini allegoriche di Virtù. Di quest’ultime, dopo un attento esame dello stile e della tecnica unito alla narrazione delle fonti storiche ed ai risultati delle analisi scientifiche, si è attribuita a Raffaello la paternità delle due figure allegoriche della Iustitia e della Comitas. Grazie al delicato e attento restauro, completato nell’anno 2020, delle pareti relative ai primi tre episodi del ciclo di vita di Costantino (Visione della Croce, Battaglia di Ponte Milvio, Battesimo di Costantino) ogni visitatore può di nuovo percepire una visione d’insieme della sala cogliendo nuovi dettagli dell’intero ciclo pittorico e godendo delle bellissime cromie degli affreschi riportate al loro originale splendore.
La Stanza della Segnatura
Nella Stanza della Segnatura si possono ammirare gli affreschi più famosi di Raffaello Sanzio che costituiscono l’esordio del grande artista in Vaticano e segnano l’inizio del Rinascimento. La stanza, adibita a biblioteca e studio privato da Giulio II (pontefice dal 1503 al 1513), prende il nome dal “Segnatura Gratiae et Iustitiae”, il più alto tribunale della Santa Sede presieduto dal pontefice. Gli affreschi eseguiti da Raffaello, tra il 1508 e il 1511, si propongono di rappresentare le tre massime categorie dello spirito umano: il Vero, il Bene e il Bello. Il Vero soprannaturale è illustrato nella Disputa del SS. Sacramento (o la teologia), quello razionale nella Scuola di Atene (o la filosofia); il Bene è espresso nelle raffigurazione delle Virtù Cardinali e Teologali e della Legge mentre il Bello nel Parnaso con Apollo e le Muse. Gli affreschi della volta si legano alle scene sottostanti: le figure allegoriche della Teologia, Filosofia, Giustizia e Poesia alludono infatti alle facoltà dello spirito dipinte sulle corrispettive pareti.
La Stanza di Eliodoro
La Stanza di Eliodoro, dedicata alle udienze private del pontefice, fu decorata da Raffaello subito dopo la stanza della Segnatura. Gli affreschi documentano, in diversi momenti storici dall’Antico Testamento all’epoca medioevale, la miracolosa protezione accordata da Dio alla Chiesa minacciata nella sua fede (Messa di Bolsena), nella persona del pontefice (Liberazione di San Pietro), nella sua sede (Incontro di Leone Magno con Attila) e nel suo patrimonio ( Cacciata di Eliodoro dal tempio). Essi furono scelti anche per rappresentare il programma politico di Giulio II (pontefice dal 1503 al 1513), mirato a liberare l’Italia dall’occupazione Francese e a restituire al papato il potere temporale. Sulla volta troviamo i quattro episodi dell’Antico Testamento dipinti da Raffaello mentre nelle grottesche e nelle arcate sono raffigurate alcune opere di Luca Signorelli, Bramantino, Lorenzo Lotto e Cesare da Sesto.
La Stanza dell’Incendio di Borgo
La Stanza dell’Incendio di Borgo fa parte degli ambienti delle Stanze di Raffaello ed è la terza ad essere stata decorata da Raffaello insieme ai suoi allievi, tra il 1514 e il luglio 1517. Durante il pontificato di Giulio II (pontefice dal 1503 al 1513), la stanza era dedicata alle riunioni del più alto tribunale della Santa Sede: la Segnatura Gratiae et Iustitiae, presieduto dal pontefice e per tale funzione, nel 1508, il papa aveva commissionato le pitture della volta a Pietro Vannucci, detto il Perugino. Durante il pontificato di Leone X (pontefice dal 1513 al 1521), la stanza fu adibita a sala da pranzo e Raffaello Sanzio fu incaricato di eseguire le pitture delle pareti. Gli affreschi illustrano le aspirazioni politiche di Leone X per mezzo di racconti tratti dalle vite (narrate nel Liber Pontificalis) di due dei papi precedenti chiamati con lo stesso nome: Leone III (Incoronazione di Carlo Magno e Giuramento di Leone III) e Leone IV (Incendio di Borgo e Battaglia di Ostia). In tutti gli episodi il papa viene raffigurato con i tratti del pontefice regnante Leone X e nei monocromi dello zoccolo sono rappresentate sei figure d’imperatori e sovrani protettori della Chiesa.
La Sala VIII
La Sala VIII, una delle sale più significative della Pinanoteca Vaticana dedicate a Raffaello Sanzio (1483 –1520), ospita tre Pale e gli Arazzi del grande artista messe in risalto da un accurato e moderno progetto di illuminazione completato nell’anno 2020. Una luce calda e soffusa ma allo stesso tempo puntuale e diretta esalta la bellezza, i colori e i materiali di ognuna delle opere esposte e crea un ambiente intimo e accogliente dove ogni visitatore è invitato a soffermarsi, in silenzio e meditazione. Sulla parete di fronte all’ingresso principale della sala troviamo di nuovo insieme le tre pale d’altare eseguite a tempera su tavola dal maestro urbinate e delle quali recentemente in uno dei depositi dei Musei Vaticani sono state “ritrovate” le cornici originali realizzate da Raffaello: a sinistra la Madonna di Foligno (1511-1512), al centro la Trasfigurazione (1516-1520) e a destra l’Incoronazione della Vergine, detta anche Pala Oddi (1502-1504). Sulle pareti laterali sono di nuovo esposti, dopo un attento lavoro di restauro, gli Arazzi degli Atti degli Apostoli, commissionati a Raffaello da papa Leone X (pontefice dal 1513 al 1521) per ornare la Cappella Sistina e realizzati, tra il 1515 e il 1521, con la loro sofisticata tessitura a Bruxelles, nella bottega del famoso arazziere Pieter van Aelst. Nella stessa sala è, inoltre, conservato il magnifico e antico arazzo con l’Ultima Cena ispirato al Cenacolo di Leonardo, donato dal Re di Francia Francesco I a papa Clemente VII nel 1533.
La Pinacoteca Vaticana
Alcuni capolavori dei maggiori artisti della storia della pittura italiana sono custoditi nella Pinanoteca Vaticana, voluta da papa Pio XI (pontefice da 1922 al 1929) e inaugurata il 27 ottobre del 1932. La Pinanoteca è ospitata nell’edificio costruito dall’architetto Luca Beltrami in una parte dell’ottocentesco Giardino Quadrato. Grazie alle donazioni e acquisizioni avvenute nel corso degli anni la Pinanoteca ospita attualmente una collezione di circa 460 opere, disposte in diciotto sale in base a criteri di cronologia e scuola, dai cosiddetti Primitivi (XII-XIII secolo) al XIX secolo. La raccolta comprende alcuni capolavori dei maggiori artisti della storia della pittura italiana, da Giotto al Beato Angelico, da Melozzo da Forlì al Perugino e a Raffaello, da Leonardo a Tiziano, a Veronese, a Caravaggio e a Crespi.
La Galleria delle Carte Geografiche
Uno dei luoghi più suggestivi e originali che si trovano lungo il percorso di visita dei Musei Vaticani è la Galleria delle Carte Geografiche. Commissionata da papa Gregorio XIII (pontefice dal 1572 al 1585) la Galleria venne costruita tra il 1580 e il 1585 e decorata con dei bellissimi affreschi rappresentanti le carte geografiche delle regioni d’Italia e realizzati da artisti italiani e fiamminghi sotto la direzione del matematico, astronomo e cosmografo Ignazio Danti (1536-1586). Nel soffitto adiacente ad ogni regione ci sono le rappresentazioni dei principali eventi religiosi avvenuti in essa e al termine della galleria sono affrescate le immagini dei principali porti italiani del Cinquecento: Civitavecchia, Genova, Ancona e Venezia.
Il Museo Pio Clementino
Per ammirare alcuni dei più importanti capolavori di epoca greca e romana merita una visita il Museo Pio Clementino. Il Museo è il più grande realizzato all’interno dei Musei Vaticani e, fondato da Clemente XIV Ganganelli (1769-1774) e Pio VI Braschi (1775-1799), annovera una delle collezioni di scultura classica più importanti del mondo. Qui troviamo alcune delle opere antiche più famose tra le quali: l’Apollo del Belvedere, copia romana del II secolo d.C. da originale greco in bronzo forse di Leochares (330-320 a.C.), collocato nell’Agorà di Atene; il famoso gruppo del Laocoonte, copia romana del I secolo d.C. da originale greco bronzeo del II secolo a.C., opera di Hagesandros, Athanadoros e Polydoros, ritrovato a Roma sul colle Esquilino nel 1506; il Perseo con la testa di Medusa tra due Pugilatori di Antonio Canova (1800-1801).
L’Appartamento Borgia e le “camere segrete” del pontefice
Tra gli ambienti da visitare nei Palazzi Vaticani è fondamentale includere anche il fastoso complesso decorativo dell’Appartamento Borgia, residenza di papa Alessandro VI (pontefice dal 1492 al 1503), dipinto tra il 1492 e il 1494 dal pittore umbro Bernardino di Betto, meglio noto con l’appellativo di Pinturicchio o Pintoricchio. L’Appartamento Borgia, che occupava tutto il primo livello del Palazzo Apostolico comprendendo sei ambienti di rilievo monumentale, ospita attualmente parte della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani inaugurata nel 1973 da Paolo VI (pontefice dal 1963 al 1978): le Sale delle Sibille e del Credo nella Torre Borgia; quelle delle Arti Liberali, dei Santi e dei Misteri, allineate nell’ala edificata da Niccolò V (1447-1455) e definite “camere segrete” nel Diario di Johannes Burckhard, maestro delle cerimonie di papa Alessandro; infine la Sala dei Pontefici nell’ala più antica di Niccolò III (1277-1280).
La Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea
Lungo un itinerario che si snoda dall’Appartamento Borgia fino alla Cappella Sistina i visitatori possono ammirare una sezione dedicata alla Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea. Inaugurata il 23 giugno del 1973 per volere di papa Paolo VI (pontefice dal 1963 al 1978), la Collezione raccoglie opere di pittura, scultura e grafica donate al Vaticano nel corso degli anni da artisti, collezionisti, enti privati e pubblici. La Collezione comprende una selezione di circa 8000 opere dell’arte italiana e internazionale del XIX e XX secolo firmate da alcuni degli artisti più importanti dell’epoca tra i quali van Gogh, Bacon, Chagall, Carrà, de Chirico, Manzù, Capogrossi, Fontana, Burri e Matisse. A quest’ultimo è dedicata un’intera sala, inaugurata nel 2011, che ospita il prezioso gruppo di opere, relative alla genesi della Cappella di Vence, entrate nelle collezioni vaticane nel 1980, grazie all’eccezionale donazione del figlio dell’artista Pierre Matisse.
Il Museo Gregoriano Egizio
Papiri, mummie e iscrizioni geroglifiche sono solo alcuni dei reperti dell’antico Egitto esposti nei Musei Vaticani all’interno del Museo Gregoriano Egizio. Il museo, fondato nel 1839 da papa Gregorio XVI (pontefice dal 1831 al 1846), ospita una vasta collezione di resti dell’Egitto romano con numerose opere egizie di manifattura romana e si articola in nove sale, con un ampio emiciclo che si apre verso la terrazza del “Nicchione della Pigna”, nel quale trovano posto alcune sculture. Le sale, ricavate dall’ex appartamento di ritiro di Pio IV, nel palazzetto di Belvedere di Innocenzo VIII, furono curate nel loro primo allestimento dal barnabita Padre Luigi Ungarelli, eminente egittologo dell’epoca, discepolo di Ippolito Rosellini.
Il Padiglione delle Carrozze
Fiore all’occhiello della Collezione della Carrozze d’epoca è la magnifica Berlina di Gran Gala, costruita a Roma nel 1826 da Leone XII, alla quale si aggiungono le nove berline cerimoniali dei Pontefici o Principi di Santa Romana Chiesa, come quella del Card. Luciano Luigi Bonaparte, che l’ebbe in dono dal cugino Napoleone III, imperatore di Francia. Nel Padiglione delle Carrozze, inaugurato il 19 aprile 1973 da Paolo VI (pontefice dal 1963 al 1978), sono esposte anche due storiche berline da viaggio, una utilizzata da Pio IX nel suo rientro dall’esilio dopo i moti rivoluzionari della Repubblica Romana, l’altra per l’ultimo viaggio da “Papa Re”. Oltre alle carrozze, le portantine, gli abiti di corte e le bardature per i cavalli fanno parte della collezione anche alcune automobili donate ai pontefici dalle principali case automobilistiche internazionali. Troviamo ad esempio: la Graham Paige 837 e la Citroën Lictoria C6; le prime Mercedes 300 Sel; la Fiat Campagnola dell’attentato subito da Giovanni Paolo II nel 1981 in piazza San Pietro; tre Papamobili (Land Rover, Toyota e Mercedes 230 GE); l’ultimo Maggiolino prodotto da Volkswagen in Messico nel 2003 e la Renault 4 regalata nel 2013 a Papa Francesco.
Il Museo Etnologico Anima Mundi
Migliaia di reperti preistorici provenienti da tutto il mondo e risalenti a oltre due milioni di anni fa, fino ai doni elargiti all’attuale Pontefice sono esposti nel Museo Etnologico Anima Mundi. Il museo, inaugurato all’interno dei Musei Vaticani intorno agli anni ’70, custodisce circa 80.000 oggetti ed opere d’arte: dalle testimonianze delle grandi tradizioni spirituali asiatiche, a quelle delle civiltà precolombiane e dell’Islam; dalle produzioni dei popoli africani a quelle degli abitanti dell’Oceania e dell’Australia, passando per quelli delle popolazioni indigene d’America. Per la particolarità della collezione etnologica costituita da materiale polimaterico i manufatti esposti sono soggetti a rotazione per la salvaguardia e la conservazione
Il Cortile della Pigna
Uno dei primi spazi che si trovano all’inizio del percorso di visita dei Musei Vaticani è il Cortile della Pigna. Un grande ambiente esterno di 300 mq adiacente ai corridoi e alle sale del museo dove sono collocate varie opere d’arte sia antiche che moderne. Il cortile prende il nome dall’enorme pigna di bronzo alta quattro metri e larga due e mezzo che, risalente al II secolo, è posizionata sulla sommità di una scalinata a doppia rampa progettata da Michelangelo e ha un significato di immortalità e rinascita. Un’altra importante scultura esposta nel cortile è la “Sfera con sfera” di Arnaldo Pomodoro realizzata tra il 1979 e il 1980 e donata ai Musei Vaticani nel 1990. Un’opera in bronzo di forma circolare che con il vento, grazie ad un meccanismo interno, ruota lentamente.
La Scala Elicoidale
La visita dei Musei Vaticani si conclude passando per la suggestiva e originale scala monumentale a doppia spirale elicoidale ideata dall’architetto e ingegnere italiano Giuseppe Momo (1875-1940) e inaugurata il 7 dicembre 1932.
I Giardini Vaticani: Un’oasi di pace dove arte e architettura dialogano armoniosamente con la natura
Insieme ai Musei Vaticani è possibile visitare anche i Giardini Vaticani. Un’oasi verde di pace e tranquillità all’interno della Città del Vaticano che, voluta nel 1279 da Papa Niccolò III (1277-1280) come un luogo di riposo e meditazione per i Pontefici, si è ampliata nel corso dei secoli. Attualmente i Giardini Vaticani si estendono da sud a nord-ovest della Città del Vaticano e occupano una superficie di circa 23 ettari. Al loro interno sono divisi per zone (Giardino all’italiana, Giardino all’inglese, Orto del Papa) e ospitano anche le sedi di alcuni importanti uffici statali della Santa Sede, come il Palazzo del Governatorato e il Tribunale di Stato. Il loro periodo di maggiore sviluppo è stato quello rinascimentale durante il quale sono stati costruiti edifici, fontane, statue e tempietti, alcuni dei quali firmati da famosi artisti e architetti come Donato Bramante e Pirro Ligorio.
Indirizzo
Viale Vaticano snc
Orari di ingresso
Dal Lunedi al Sabato dalle ore 9.00 alle ore 18.00, con ultimo ingresso alle ore 16.00
Ingresso gratuito ogni ultima domenica del mese dalle ore 9.00 alle ore 14.00, con ultimo ingresso alle ore 12.30
Si ricorda che i Musei Vaticani rimangono chiusi al pubblico, oltre che la domenica, anche nelle seguenti date: 29 giugno, 14 e 15 agosto.