I Colori dei Romani: i mosaici delle collezioni capitolini in mostra alla Centrale Montemartini

Colori dei Romani Centrale Montemartini Roma

La mostra presenta un’ampia selezione di mosaici, capolavori delle collezioni capitoline poco conosciuti al grande pubblico.

La mostra Colori dei Romani. Mosaici dalle Collezioni capitoline alla Centrale Montemartini presenta al pubblico un’ampia selezione di mosaici, capolavori delle collezioni capitoline poco conosciuti al grande pubblico: un evento importante per raccontare, attraverso la trama colorata di queste opere, brani di storia della città di Roma, illustrando nel modo più completo i contesti originari di rinvenimento.

Accanto ai mosaici sono esposti anche gli affreschi e le sculture che insieme a essi costituivano l’arredo degli edifici di provenienza; questa presentazione d’insieme consente di interpretare le scelte iconografiche, i motivi decorativi, l’aspetto formale delle opere come espressione del gusto e delle esigenze dei committenti, offrendo così un significativo spaccato della società romana in un ampio periodo compreso tra il I secolo a.C. e il IV d.C.

La mostra "I Colori dei Romani" alla Centrale Montemartini di Roma presenta un’ampia selezione di mosaici delle collezioni capitoline.
Musei Capitolini, Antiquarium, AC  486 Mosaico policromo a cassettoni

La ricca e preziosa documentazione d’archivio, messa a corredo delle opere esposte, illustra i rinvenimenti con foto storiche, acquarelli e disegni, testimonianze che aiutano a raccontare il clima e le circostanze che determinarono queste scoperte: le trasformazioni urbanistiche e il fervore edilizio che caratterizzarono la storia di Roma tra gli ultimi decenni dell’800 e i primi decenni del secolo scorso, quando, parallelamente al progressivo ampliamento della città per far fronte alla sua nuova funzione di capitale d’Italia, fu scritta una delle più “fortunate” pagine dell’archeologia romana.

La mostra "I Colori dei Romani" alla Centrale Montemartini di Roma presenta un’ampia selezione di mosaici delle collezioni capitoline.
Musei Capitolini, Antiquarium, AC 4493 Mosaico policromo con busto di stagione

L’esposizione si articola in quattro sezioni tematiche, all’interno delle quali il percorso segue un ordine cronologico.

SEZIONE 1. L’arte del mosaico presso i romani. La storia e la tecnica

La prima sezione introduce alla storia dell’arte del mosaico. Le opere scelte rappresentano tutte le tipologie dei pavimenti e delle decorazioni musive parietali, consentendo di illustrare attraverso le tecniche, i materiali, i colori, i motivi decorativi, l’evoluzione stilistica e la trasformazione dell’arte musiva nel corso del tempo. Dal più semplice decoro alla più complessa narrazione, i mosaici esposti sono l’espressione più alta e raffinata di capacità tecnica e di ispirazione artistica.

SEZIONE 2. Vivere e abitare a Roma tra la fine dell’età repubblicana e l’età tardo-antica: le dimore di lusso e i contesti domestici

La seconda sezione, contraddistinta dal colore verde, presenta i mosaici provenienti dalle dimore di lusso, che a partire dall’età repubblicana caratterizzavano alcuni settori della città antica. Il percorso segue un criterio cronologico, passando dagli esemplari più antichi – come il grande mosaico policromo a cassettoni, scoperto presso la Villa Casali al Celio – a quelli via via più recenti, fino ad arrivare al IV secolo d.C., epoca alla quale appartiene il mosaico con busto di stagione, forse parte dell’ornamento pavimentale di un edificio che ricadeva nella proprietà dell’imperatore Gallieno.

Fa da quinta scenografica a questa sezione lo straordinario mosaico parietale con la scena della partenza di una nave dal porto, preziosissimo ornamento della domus di Claudius Claudianus, una ricca dimora che sorgeva sul Quirinale nella seconda metà del II secolo d.C. La ricchezza della casa era ostentata con preziose sculture e sontuosi oggetti di arredo, che sono stati per la prima volta presentati in questa mostra a testimonianza del prestigio sociale, del gusto abitativo e dell’esigenza di autorappresentazione del proprietario.

SEZIONE 3. Gli spazi del sacro: la basilica Hilariana

La Basilica Hilariana, sede del collegio dei sacerdoti addetti al culto di Cibele e Attis, è l’esempio emblematico di un apparato decorativo in cui tutti gli elementi dell’arredo concorrono alla narrazione del contesto e della sua funzione. I primi resti archeologici della Basilica Hilariana vennero alla luce tra il 1889 e 1890 durante gli scavi per la costruzione dell’ospedale militare del Celio. L’edificio aveva incredibilmente preservato in situ un insieme di reperti significativi per l’identificazione stessa del monumento, tra i quali due mosaici straordinariamente conservati, esposti nella sezione.

Manius Poblicius Hilarus era il ricco mercante di perle che sostenne gli oneri finanziari per la costruzione della basilica che da lui prese il nome; sulla soglia dell’edificio l’iscrizione a mosaico recitava: “A chi entra qui, e alla Basilica Hilariana, siano gli dèi propizi”. Conosciamo anche il volto del generoso benefattore: si conservano, infatti, il suo ritratto e la base della sua statua, posta all’ingresso dell’edificio, che al momento della straordinaria scoperta fu accuratamente documentato con tavole acquarellate, anch’esse esposte in mostra con tutti gli elementi dell’apparato decorativo scultoreo e musivo.

La mostra "I Colori dei Romani" alla Centrale Montemartini di Roma presenta un’ampia selezione di mosaici delle collezioni capitoline.
Musei Capitolini, Antiquarium , AC 32360 Mosaico policromo parietale con nave e faro

SEZIONE 4. I mosaici degli edifici funerari nelle necropoli del suburbio di Roma

Nel repertorio sepolcrale la decorazione – che si tratti di temi figurati, di motivi ornamentali o di soggetti mitologici – è volta sempre a esaltare le qualità del defunto e a rievocare i valori collettivi fondamentali della società romana. I mosaici presentati in questa sezione sono tutti cronologicamente inquadrabili nel II e III secolo d.C. e provengono da contesti funerari situati nelle aree suburbane della città.

Con i suoi colori vivaci, il mosaico ottagonale con pavoni è un esempio emblematico di un motivo decorativo carico di significati escatologici e salvifici: il pavone, uccello sacro a Dioniso, perdendo ogni anno la coda e rimettendola in primavera con lo sbocciare dei fiori, allude alla rigenerazione oltre la morte. I documenti di archivio messi a corredo dell’esposizione mostrano il contesto di rinvenimento: il mosaico costituiva la parte centrale del pavimento di una ricca tomba di famiglia situata lungo la via Appia.

colori-dei-mosaici

La mostra si arrichisce di nuove opere: I colori del marmo

A partire dal 14 marzo 2023, la mostra si arrichisce di altre 16 opere appena restaurate e mai esposte prima. Con quest’ultimo gruppo di opere il racconto della mostra estende il suo arco cronologico fino all’epoca tardo-antica e propone tipologie di manufatti finora assenti nel percorso espositivo: i mosaici a grandi tessere marmoree el’opus sectile,raccolti in una nuova sezione della mostra “I colori del marmo”. Appartengono a questa categoria i mosaici in mostra provenienti dalle terme di Diocleziano: frammenti di tessellato a rara combinazione di marmi e porfidi rinvenuti nel corso degli scavi del 1873.


prorogata al 24 settembre 2023

Dove
Centrale Montemartini
Via Ostiense, 106 

Orari di apertura
Martedi-Domenica 9.00-19.00

Biglietti
Museo + mostra: €8-€10

centralemontemartini.org

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