Rhinoceros gallery con Fondazione Alda Fendi – Esperimenti e con l’Accademia della Crusca celebrano Dante
La rhinoceros gallery e la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, che quest’anno festeggia i vent’anni di attività, si uniscono all’Accademia della Crusca e fanno ripartire la loro proposta culturale con un audace progetto espositivo dedicato a Dante Alighieri.
In occasione del settimo centenario della morte del Sommo Poeta la rhinoceros gallery di palazzo rhinoceros in via dei Cerchi 19 a Roma ospita, fino al 15 luglio 2021, un’originale rivisitazione della Divina Commedia che nasce dall’intreccio del progetto fotografico EverAfter di Claudia Rogge con la suggestiva installazione multimediale DANTE. In a private dream of Raffaele Curi e l’iniziativa La parola di Dante fresca di giornata dell’Accademia della Crusca. Una mostra avvincente e stimolante che coinvolge il visitatore in un dinamico e multiforme percorso espositivo all’interno di palazzo rhinoceros, ideato da Alda Fendi e progettato dall’architetto Jean Nouvel.
Dante, Milton, Michelangelo, Shakespeare, i tragici greci. Nomi roboanti di un eterno immaginario, che ci avvicina al Figlio dell’uomo, con incandescente timore. Un Dante, questo di Curi, apparentemente docile, ma espressivamente folgorante, con forti rimandi al nucleare e ai problemi dell’ambiente, nascosti nei versi incisivi del sommo poeta che trasporta la loro forza da sempre e per sempre. Caustica la visione dell’Inferno, iridescente il Paradiso visto questa volta con gli occhi di Giovanni di Paolo che raccontano Dante in un tripudio appassionato di Astri d’oro e di lapislazzuli. L’Accademia della Crusca è con noi! Per me una vera carezza spirituale!
spiega Alda Fendi
EverAfter di Claudia Rogge
EverAfter è il titolo della mostra di fotografie di grandi dimensioni dell’artista tedesca Claudia Rogge ospitata negli spazi espositivi di rhinoceros gallery al piano terra di palazzo rhinoceros. Le opere di Claudia Rogge, realizzate nel 2011, rappresentano i tre regni dell’oltretomba dantesco “Inferno, Purgatorio e Paradiso” e catturano l’attenzione del visitatore con immagini, visionarie e di grande impatto visivo, elaborate digitalmente. Decine di corpi nudi, che si contorcono o si elevano a seconda della cantica immaginata dall’artista, animano le scene, molto complesse e di carattere fortemente teatrale.
Ritratti celati di giovani figure femminili che, attraverso l’elaborazione digitale, si moltiplicano all’infinito sono, invece, i soggetti di alcune opere della serie Rapport, sempre di Claudia Rogge del 2005, esposti nell’ambito della mostra EverAfter.
rhinoceros gallery è un’esperienza primitiva che punta alle radici delle emozioni. Un occhio puntato sulle enormi tavole fotografiche di Claudia Rogge e l’altro sulle installazioni tragiche e paradisiache di Raffaele Curi. La raffinatezza e la perfetta costruzione estetica, rinascimentale, dei quadri fotografici dell’artista tedesca dialogano con le immersioni sensoriali in suoni rock di apocalissi contemporanee e luci abbaglianti di miniature del Quattrocento. Il nostro cammino tra inferni e paradisi dell’anima e della mente inizia qui.
racconta Alessia Caruso Fendi, direttrice dello spazio espositivo
DANTE. In a private dream of Raffaele Curi
DANTE. In a private dream of Raffaele Curi è il titolo della suggestiva installazione multimediale ideata dal direttore artistico della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti che propone, negli spazi espositivi di rhinoceros gallery, una rilettura inedita e originale della selva dei suicidi descritta da Dante Alighieri nel canto XIII dell’Inferno a suggello della quale spicca il verso dantesco pronunciato da Pier della Vigna: “Uomini fummo, e or siam fatti sterpi”. Musica elettronica ad altissimo volume, sulle note di Radioactivity dei Kraftwerk, luci fioche e proiezioni di immagini dei disastri nucleari del ventesimo secolo accolgono il visitatore in una stanza buia e spettrale dove alcuni monitor, posizionati a diverse altezze dal soffitto, sono sintonizzati sulle quattro città radioattive di Chernobyl, Hiroshima, Sellafield e Harrisburg. Una sorta di “foresta elettronica” o “Inferno contemporaneo” che invita il visitatore a riflettere sulle attuali tematiche ambientali ed ecologiche.
Raffaele Curi vede il canto XIII dell’Inferno, un luogo non solo inameno, ma invivibile per colpa degli uomini che lo abitano e che l’hanno ridotto come lo vediamo: uno scenario di distruzione come i luoghi inariditi dopo gli attacchi nucleari. Il paesaggio dell’inferno evoca i luoghi convolti delle città radioattive dopo i bombardamenti nucleari. La descrizione dantesca indica l’inaridimento delle foreste pietrificate in analogia con i disastri del ventesimo secolo. L’uomo è stato in grado di crearsi il suo inferno, e alcuni luoghi estremi del mondo, Hiroshima, Chernobyl, Sellafield, Harrisburg rivelano nel loro destino l’allarme per ciò che l’uomo può fare contro se stesso. Il suicidio di Pier della Vigna diventa quindi metafora del suicidio dell’umanità, nella sperimentazione della ricerca che è contro l’uomo, e nonostante la volontà dell’uomo.
scrive Vittorio Sgarbi nel suo testo critico che accompagna il catalogo della mostra, pubblicato da Manfredi Edizioni.
L’installazione multimediale DANTE. In a private dream of Raffaele Curi, prosegue al primo piano di palazzo rhinoceros con un’intima visione del canto XXXIII del Paradiso con “L’amor che move il sole e l’altre stelle” rendendo omaggio a Dante Alighieri attraverso la riproduzione di una celebre miniatura quattrocentesca del pittore toscano Giovanni di Paolo di Grazia (1398-1482). Una grande sala, di color azzurro intenso e inebriata di una luce abbagliante, fa da cornice all’opera dell’artista riprodotta in grandi dimensioni e accoglie il visitatore in un vero e proprio spazio “celestiale”, sulle note di Enjoy the silence dei Denmark+Winter.
Dal panorama desolato dell’Inferno, senza vita e senza luce, siamo proiettati nella dimensione del Paradiso, in apoteosi di luce, al culmine del percorso di Dante, nel sublime canto trentatresimo, quello della visione di San Bernardo che, per l’occasione, è illustrato da una miniatura di Giovanni di Paolo. Dante, accompagnato da Beatrice, vede in solitudine la luce per la quale Bernardo prega, quella Vergine che chiama subito ‘Termine fisso d’etterno consiglio’. E qui si apre una definizione sensoriale del piacere della visione, senza precedenti. Con gli occhi fissi nella visione, il Dante/viaggiatore continua a vedere sempre più chiaramente nella mente di Dio, dove tutto è perfetto, ammirando cose che sono impossibili da dire con le parole. È questa la forza di Dante. E quanto più è alta l’emozione tanto più non si può dire. Il cielo ce la cela. La luce è vita, la luce è Dio.
scrive Vittorio Sgarbi.
La parola di Dante con l’Accademia della Crusca
La parola di Dante fresca di giornata, è il titolo dell’iniziativa dell’Accademia della Crusca a cui viene dedicato uno spazio speciale all’interno di rhinoceros gallery per presentare la ricchezza e vitalità della lingua italiana. Una parola al giorno, seguita da un breve commento e dalla citazione dantesca da cui è tratta, viene proposta dall’Accademia della Crusca sul suo profilo Instagram e proiettata, accompagnata da letture dantesche, nel cavedio di rhinoceros gallery.
Il titolo che abbiamo scelto, La parola di Dante fresca di giornata, è persino un po’ scherzoso, forse fin troppo scherzoso, se si pensa che viene dall’Accademia della Crusca. Eppure l’iniziativa ha riscosso un notevole successo, forse proprio per il suo tono leggero, un po’ sbarazzino. Ci siamo divertiti a proporre al pubblico neologismi, latinismi, onomatopee dantesche, e anche parole comuni parole semplici, che usiamo ancora oggi: perché in Dante c’è già quasi tutto il nostro italiano di base. Certo, ci sono anche tanti altri termini troppo difficili per la nostra banale vita quotidiana moderna e massificata. Tutto questo patrimonio lessicale messo assieme dimostra l’infinita ricchezza dell’italiano, così come lo usava un uomo del Medioevo per scrivere un capolavoro della letteratura mondiale”
dichiara il professor Claudio Marazzini, Presidente dell’Accademia della Crusca.
Palazzo rhinoceros: una città dell’arte nel cuore di Roma
palazzo rhinoceros, inaugurato nel 2018 e progettato dall’architetto Jean Nouvel per la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, è una vera e propria “città dell’arte” nel cuore di Roma. Un luogo da visitare attraverso i percorsi artistici di rhinoceros gallery, da abitare nelle sue magnifiche venticinque residenze e da vivere per le sue spettacolari terrazze panoramiche. Ricavato in un edificio storico del 1600, in via dei Cerchi 19, palazzo rhinoceros fa parte di un più ampio progetto di recupero e riqualificazione dell’area del Foro Boario promosso da Alda Fendi, con interventi da lei donati alla città di Roma, tra i quali l’illuminazione permanente dell’Arco di Giano, realizzata dal premio Oscar Vittorio Storaro e dalla lighting designer Francesca Storaro e candidata al prestigioso premio internazionale DARC awards.
palazzo rhinoceros gode di una posizione privilegiata. La terrazza con il ristorante della galleria e il suo belvedere ne costituiscono la prova giorno e notte: è uno strumento fatto per ammirare. La cosa eccezionale è anche il potere di inquadrare il più vicino possibile ciò che si ha davanti: le rovine e i pini marittimi in primo piano e in lontananza la linea del cielo, delle colline e delle cupole romane, come un ciclorama.
racconta l’architetto Jean Nouvel.
FINO AL 15 LUGLIO 2021
rhinoceros gallery
via dei Cerchi, 19 (Circo Massimo)
La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 20.00.
Ingresso gratuito. È necessaria la prenotazione.
Per informazioni: (+39) 340.6430435