Caravaggio 2025

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La mostra evento dell’anno nelle sale di Palazzo Barberini a Roma

Il chiaroscuro, gli effetti di luce drammatici, l’intensità dei volti: la cifra stilistica inconfondibile di uno dei più grandi maestri della pittura di tutti i tempi arriva nelle sale di Palazzo Barberini grazie alla mostra Caravaggio 2025, a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon. Un numero eccezionale di dipinti autografi che ripercorrono l’intera parabola artistica del genio maledetto più conosciuto al mondo, in un progetto espositivo che si pone come uno degli eventi più importanti organizzati a Roma in occasione del Giubileo.

Sono molte i prestiti provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali del mondo, nazionali ed internazionali, un carosello di opere iconiche affiancate ad altre meno conosciute, tutte indispensabili per ricostruire il percorso artistico, e di vita, di Michelangelo Merisi, da tutti conosciuto semplicemente come Caravaggio.

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Caravaggio 2025
Caravaggio (Michelangelo Merisi) Santa Caterina di Alessandria 1598 – 1599 c.a. olio su tela; 1733×133 cm Museo Thyssen – Bornemisza , Madrid (ES) Crediti: © Museo Nacional Thyssen – Bornemisza , Madrid

Tra queste l’Ecce Homo, attualmente esposto al Museo del Prado di Madrid, il San Giovanni Battista del Nelson-AtkinsMuseum di Kansas City e il San Francesco in estasi del Wadsworth Atheneum of Art di Hartford, quest’ultime due opere commissionate al Merisi dal banchiere Ottavio Costa. Senza dimenticare il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente presentato al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta, il Martirio di sant’Orsola, dipinto eseguito dal pittore poco prima della sua morte, concesso in prestito da Intesa Sanpaolo e la splendida Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, capolavoro già presente nelle collezioni Barberini.

L’eccezionale sequenza di capolavori evidenzia la progressiva trasformazione del linguaggio caravaggesco, che si contraddistingue per l’uso rivoluzionario della luce, che modella le scene rappresentate, che siano sacre o profane, con un uso teatrale dell’inquadratura, che anticipa fortemente il discorso fotografico e addirittura quello cinematografico.

Caravaggio 2025
Caravaggio (Michelangelo Merisi), Giuditta e Oloferne, 1598-1602, olio su tela, Gallerie Nazionali di Arte Antica Palazzo Barberini, Crediti: Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) – Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell’arte/Enrico Fontolan

Tutto ciò è ben visibile nel taglio della Giuditta che decapita Oloferne, catturata in una diagonale sorprendente mentre uccide l’oppressore, uno spezzone che sembra uscire da un film, inquadrato da un drappo rosso fuoco che rimanda a un palcoscenico. L’elemento della teatralità è presente anche ne I Bari, incredibile quadro di genere che ammalia per la perfezione dei dettagli e per l’ironia caricaturale del volto dell’imbroglione. I tre protagonisti sembrano usciti da una scena della commedia popolare, con uno spirito bonario che si prende gioco dell’ingenuità del giovane malcapitato mentre sorride, seppur a denti stretti, della disonestà dei due ceffi.

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Caravaggio (Michelangelo Merisi),
I Bari, 1595, olio su tela, Kimbell Art Museum, Fort Worth (USA), Crediti: Kimbell Art Museum, Fort Worth, Texas

La luce in Caravaggio diventa linguaggio emozionale e tocca l’apice in particolare in due dei dipinti esposti: la Cattura di Cristo, proveniente dalla National Gallery of Ireland di Dublino, e La flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli.

Caravaggio 2025
Caravaggio (Michelangelo Merisi), Cattura di Cristo, 1602, olio su tela, National Gallery of Ireland, Dublino

La cattura di Cristo ha la potenza di un dramma: in un solo fotogramma pittorico l’artista condensa l’archetipo universale del tradimento perpetrato da Giuda, qui rappresentato nel momento che segue il bacio, con l’espressione di chi si è reso conto dell’enormità del peccato commesso mentre fissa la grazia dolente di un Cristo lunare, pallido, rassegnato al suo destino.

Nella Flagellazione la sofferenza di Cristo è trasmutata in bellezza dalla perfezione scultorea del candore del suo corpo, abbandonato dolcemente alla furia degli aguzzini, i cui volti grotteschi non fanno che esaltare la purezza della figura centrale, in un dinamico gioco di geometrie rese dall’incrocio degli arti dei soggetti raffigurati.

Caravaggio 2025
Caravaggio (Michelangelo Merisi), Flagellazione di Cristo, 1607-08, olio su tela, Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli

Per il corpus delle opere presenti e per l’allestimento sapiente negli spazi del museo, illuminati da una penombra che ricorda la luce delle candele, scelta per esaltare i chiaroscuri del pittore, questa mostra diventa un evento davvero imperdibile all’interno dell’offerta culturale della primavera romana 2025.


Dal 7 marzo al 6 luglio 2025

Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini

Via delle Quattro Fontane, 13

Orari di apertura: Domenica-Giovedì: 9:00–20:00; Venerdì-Sabato: 9:00–22:00

Biglietti: Intero: €18,00, Ridotto €15,00-€12,00

barberinicorsini.org

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