Al Maxxi la prima retrospettiva europea dedicata alle opere visuali del grande musicista
Like a rolling stone. E’ proprio il caso di fare una citazione scontata, ma che ben si presta a definire l’impressione che si ha davanti alla produzione artistica visuale di Bob Dylan. La mostra al Maxxi a lui dedicata, curata da Shai Baitel, è un turbine di 100 opere ( tra cui dipinti, acquerelli, disegni a inchiostro e grafite, sculture in metallo) che lasciano senza fiato lo spettatore, lasciandogli la sensazione, a fine visita, di essere davvero stato travolto dalla famosa “pietra rotolante” dell’omonima canzone.
Oltre 50 anni di attività creativa del grande musicista, ispirata principalmente dal paesaggio americano e da tutti quegli spezzoni di realtà e di vita vissuta che lo contraddistinguono. Le grandi highway interminabili e desolate, popolate da mostri dal motore ruggente e intervallate da anonimi motel che racchiudono piccole e grandi storie di un’intera popolazione. E poi ancora pompe di benzina, diner’s dove sorseggiare tazze di caffè lungo bollente, sale biliardo, fumatori immersi nei propri pensieri illuminati da invadenti insegne al neon. Un’indagine accurata, vista da un occhio interno, non indigeno, di un individuo pienamente cosciente di essere a sua volta americano.
Il percorso di mostra
Il percorso espositivo si articola in otto sezioni così denominate: Early Works, The Beaten Path, Mondo Scripto, Revisionist, The Drawn Blank, New Orleans, Deep Focus, Ironworks.
Early Works è una raccolta di disegni degli anni Settanta nei quali Dylan esegue degli schizzi ispirati dalla realtà che lo circonda; questa produzione iniziale sembra quasi essere una premonizione di Mondo Scripto, il lavoro eseguito nel 2018 dove l’artista accompagna dei testi scritti a mano delle sue canzoni a disegni originali che richiamano i titoli o il tema centrale del brano stesso. Alla raccolta delle opere di Mondo Scripto è dedicata l’omonima sezione di mostra. The Beaten Path raccoglie tutti quei lavori che omaggiano i classici paesaggi americani, non solo naturali, quelle iconografie che ritroviamo nei tantissimi film dedicati al Nuovo Continente, quegli scorci che sembrano usciti da un qaudro di Edward Hopper. Il concetto di strada, che richiama facilmente Kerouac, non può non emergere alla vista di queste strade senza fine, così spesso dipinte da Dylan, che si dipanano più nella coscienza che sull’asfalto, simbolo di un percorso, di un cammino potenzialmente infinito che ognuno di noi può percorrere nel suo ciclo esistenziale.
Si prosegue con la sezione Revisionist, che prende il nome dalla serie in cui Dylan rielabora alcune tra le più celebri copertine di giornali come Rolling Stone o Playboy per trasformarle in immagini serigrafate di grandi dimensioni. The Drawn Blank invece raccoglie un vero e proprio diario per immagini, una raccolta di schizzi a matita, carboncino e penna realizzati tra l’89 e il 92 dall’artista durante le tournèe in America, Europa e Asia.
“Scelgo le immagini per ciò che significano per me. Questi dipinti hanno il realismo dell’istante, arcaico, statico perlopiù, ma comunque percorso da un fremito. Sono il mondo che vedo o che scelgo di vedere, di cui faccio parte o in cui entro”.
New Orleans è la serie che celebra il legame tra Dylan e New Orleans, città natale del jazz. L’occhio dell’artista coglie una miriade di particolari, di gesti, di caratteri che si traducono in un’interessante spaccato di vita quotidiana riportato su tela. Deep Focus presenta una serie di dipinti con particolari inquadrature e tagli dell’immagine, che cercano di riprodurre in senso pittorico la tecnica cinematografica in cui la scena mostrata è il risultato della combinazione di primo piano, secondo piano e sfondo, messi tutti contemporaneamente a fuoco. Il percorso termina quindi con Ironworks: una serie di sculture in ferro, composte da oggetti e attrezzi convertiti a nuovo uso che richiamano il passato industriale degli Stati Uniti.
Tutto quello che posso fare è essere me stesso: chiunque io sia.”
Bob Dylan ha così commentato la tappa romana della mostra a lui dedicata, che in precendenza è stata ospitata nelle sedi museali di Shangai e Miami: “È molto gratificante sapere che le mie opere visive siano esposte al MAXXI, a Roma: un museo davvero speciale in una delle città più belle e stimolanti del mondo. Questa mostra vuole offrire punti di vista diversi, che esaminano la condizione umana ed esplorano quei misteri della vita che continuano a lasciarci perplessi. È molto diversa dalla mia musica, naturalmente, ma ha lo stesso intento“.
Fino al 30 aprile 2023
Via Guido Reni, 4A
Orari: dal martedì alla domenica 11.00-19.00
Biglietti: MAXXI + mostra Bob Dylan intero €22, ridotto €20; solo mostra €13, ridotto €11