Al MAXXI una mostra al confine tra arte, tecnologia e architettura
A Roma il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo ospita, fino al 16 marzo 2025, Architettura instabile. Restless Architecture. Una mostra che indaga il movimento come proprietà interna dell’architettura e come punto di incontro con l’arte, la tecnologia e le dinamiche sociali. Opere che, in grado di muoversi e di interagire con l’ambiente e con le persone, cambiano configurazione, si gonfiano, si spostano o si girano vengono esposte con un allestimento mobile che coinvolge il visitatore a 360°.
Il progetto espositivo
“Architettura instabile. Restless Architecture” è il titolo del nuovo progetto del Dipartimento di Architettura e Design contemporaneo del MAXXI curato da uno tra gli studi di progettazione più noti e influenti al mondo, il newyorchese Diller Scofidio + Renfro (DS+R). Una mostra che, attraverso una selezione di progetti internazionali, realizzati tra il 1882 e il 2024, offre ai visitatori un racconto inedito sul movimento in architettura. L’esposizione rappresenta l’occasione per incrementare il patrimonio della Collezione di Architettura del museo che si arricchisce con l’iconico progetto The Shed, proprio dello studio Diller Scofidio + Renfro e la Nakagin Capsule Tower di Kisho Kurokaw, in perfetta coerenza al programma di acquisizioni del MAXXI Architettura e Design contemporaneo.
L’allestimento
Il progetto dell’allestimento, curato sempre dallo studio newyorchese Diller Scofidio + Renfro (DS+R), è pensato come un’opera coreografica “cinetica”. Lo spazio della galleria KME, dove è ospitata la mostra, è scandito da un sistema di tende che, muovendosi lungo dei binari applicati al soffitto, ridefinisce continuamente l’ambiente. Disegni, schizzi, fotografie, filmati video, plastici, prototipi e immagini in movimento insieme a installazioni robotiche, strutture mobili e meccaniche, coreografie e performance “cinetiche” caratterizzano l’allestimento della mostra.
Le quattro sezioni della mostra
Mobile, Adattiva, Azionabile, Ecodinamica sono i nomi delle quattro sezioni della mostra che scandiscono il percorso espositivo e suddividono i progetti in base ai temi della mobilità, adattabilità, operatività ed ecodinamismo in architettura. La mobilità consente agli edifici di essere fisicamente trasferiti, sia che siano costretti a essere spostati per evitare la demolizione, sia che vengano trasportati altrove per scelta. L’adattabilità gli consente di essere riconfigurati e di assorbire i cambiamenti tecnologici o programmatici indotti dagli sviluppi economici o sociali. L’operatività consente agli edifici di funzionare come macchine, sintonizzate sulle esigenze dei loro abitanti per servire scopi individuali o collettivi. E infine l’ecodinamismo integra le tecnologie con l’architettura per creare interfacce flessibili tra un edificio e il suo ambiente circostante.
I progetti in mostra
In mostra 26 progetti suddivisi nelle quattro sezioni: Mobile, Adattiva, Azionabile, Ecodinamica. Nella sezione “mobile” troviamo una selezione di opere che incarnano il concetto di fluidità e possono muoversi con gli utenti offrendo uno spazio o un rifugio temporaneo. Tra i progetti esposti: la tenda da campo per famiglie creata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) con lo scopo di offrire una dimora temporanea, sicura e dignitosa, a chi è costretto a lasciare la propria abitazione a causa di conflitti politici o disastri naturali; l’Ark Nova Concert Hall (2013), progettata da Anish Kapoor in collaborazione con Arata Isozaki, in seguito al grande terremoto del Giappone orientale dell’11 marzo 2013. Un progetto pensato per ripristinare le attività culturali nelle aree colpite dal sisma e realizzato con una struttura a membrana gonfiabile che, fino all’anno 2015, è stata trasportata in vari luoghi della regione di Tohoku; la Scuola Galleggiante Makoko (2013) di NLÉ/Kunle Adeyemi a Lagos in Nigeria. Una struttura progettata per ospitare fino a 100 alunni che, realizzata su una piattaforma gallegiante, si alzava e abbassava con il variare delle maree.
Una selezione di opere progettate per adattarsi ai cambiamenti tecnologici, economici e sociali sono illustrate nella sezione “adattiva”. Tra cui dalla Collezione MAXXI la Nakagin Capsule Tower (1970) di Kisho Kurokawa e il centro culturale The Shed (2019) di Diller Scofidio + Renfro. La Nakagin Capsule Tower a Tokyo,demolita nel 2022, era uno dei pochi esempi del movimento metabolista giapponese del secondo dopoguerra e il primo modello al mondo di applicazione seriale di una capsula abitativa costruita per un reale utilizzo. The Shed a New York è il più grande centro multidisciplinare e complesso edilizio del west side di Manhattan. L’edificio, mutante e dinamico, è caratterizzato da un capannone retrattile (in inglese “shed”) rivestito da “cuscini” traslucidi in teflon che scorre lungo dei binari sopra l’edificio sottostante, cambiando così la capienza dello spazio e adattandosi alle condizioni strutturali e alle logistiche di ogni evento, organizzato su misura.
Nella sezione “azionabili” sono illustrati alcuni di quei progetti che rispondono ai corpi umani regolando attivamente le loro superfici per soddisfarne le diverse esigenze. Tra i progetti in mostra: la Prigione rotante di Montgomery County (1882) di William Brown e la Maison á Bordeaux (1998) dello studio olandese OMA di Rem Koolhaas.
Un nuovo modello di sostenibilità, che supera gli standard di comfort, viene presentato nelle strutture ecodinamiche dell’ultima sezione della mostra. Progetti che accolgono le forze della natura e dialogano con l’ambiente circostante interagendo con i cambiamenti climatici per assorbire la luce naturale, dare ombra e rinforzarsi contro il vento. Tra cui: l’Institut du Monde Arabe (1987) di Jean Nouvel, Gilbert Lèzenes, Pierre Soria e Architecture Studio; Villa Girasole (1935) di Angelo Invernizzi e il Progetto per l’ombreggiatura della piazza a Medina (2010) di SL Rasch GmbH Special & Lightweight Structures.
Le iniziative collaterali
In occasione della mostra sono previsti una serie di eventi curati dal team Public Program del MAXXI, tra cui un talk con Elizabeth Diller sul lavoro dello studio newyorchese Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e sull’idea di architettura cinetica. Il programma prosegue con una serie di incontri che analizzano e discutono il rapporto tra l’architettura e il cinema, la danza e la moda. L’Ufficio Educazione propone un programma di attività di accompagnamento alla mostra: visite guidate, laboratori per scuole secondarie e famiglie. Il progetto “Architettura instabile” comprende anche un volume (Forma Edizioni) dedicato a un’indagine più ampia sul movimento in architettura e al contributo specifico di Diller Scofidio + Renfro (DS+R) a questo approccio.
Maxxi – Museo delle Arti del XXI secolo
Viale Guido Reni, 4A
Orari: dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 19.00
Biglietti: Intero €14, Ridotto €10