AMBIENTI 1956 – 2010. Environments by Women Artists II

AMBIENTI 1956 - 2010. Environments by Women Artists II
Aleksandra Kasuba, A Spectral Passage, 1975 – 2023, Installation view, Inside Other Spaces. Environments by Women Artists 1956–1976, Courtesy Haus der Kunst München, 2024, foto © AgostinoOsio

Creatività al femminile: al MAXXI una mostra al confine tra arte, architettura e design

A Roma il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo ospita, fino al 3 novembre 2024, AMBIENTI 1956 – 2010. Environments by Women Artists II. Una mostra immersiva tutta al femminile che, attraverso le opere di una selezione di artiste internazionali, offre ai visitatori un’esperienza multisensoriale unica e coinvolgente tra spazi, luci, suoni, profumi e colori.

La mostra rappresenta per le artiste così come per il pubblico un’occasione unica per lavorare con una materia viva, in evoluzione, rispetto alla definizione stessa di un’opera finita. Una scultura, un dipinto, un disegno o un film per loro natura sono “chiusi”. Al contrario l’ambiente, per definizione e per le interazioni che ha, è vivo e questa vitalità si celebra con l’accoglienza e l’incontro con lo spettatore. Francesco Stocchi, Direttore artistico MAXXI e curatore della mostra.

AMBIENTI 1956 - 2010. Environments by Women Artists II
Esther Stocker, “Il termine ’affine‘ attrae la nostra attenzione anche se in realtà non significa nulla”, 2004, ph. Cinzia Capparelli

Il progetto espositivo

AMBIENTI 1956 – 2010. Environments by Women Artists II è una mostra del MAXXI e della Haus der Kunst di Monaco che, curata da Andrea Lissoni, Marina Pugliese e Francesco Stocchi,  rappresenta il capitolo successivo di “Inside Other Spaces. Environments by Women Artists 1956–1976”. Un progetto espositivo che,  ideato e prodotto dalla Haus der Kunst di Monaco nel 2023, ha messo in luce il contributo delle donne ad una delle forme di espressione artistica forse meno esplorate.

Gli ambienti hanno preso forma in un lungo momento di sperimentazione, di apertura, ma anche di immersione in un futuro visionario, tanto tecnologico, rivendicativo, quanto escapista.

Andrea Lissoni, curatore della mostra.

Con questa prima grande mostra del 2024, il MAXXI, presieduto da Alessandro Giuli e nel primo anno di direzione artistica di Francesco Stocchi, prosegue la ricerca dell’istituzione tedesca e ne amplia la cronologia originaria (1956-1976)  arrivando fino al 2010.  A Judy Chicago, Lygia Clark, Laura Grisi, Aleksandra Kasuba, Léa Lublin, Marta Minujín, Tania Mouraud, Nanda Vigo, Tsuruko Yamazaki si aggiungono in questo secondo capitolo Micol Assaël, Monica Bonvicini, Zaha Hadid, Kimsooja, Christina Kubisch, Nalini Malani, Pipilotti Rist, Martha Rosler e Esther Stocker.

Seppur nel contesto di una storia lacunosa, la mancata documentazione degli ambienti realizzati da artiste donne attesta una doppia subalternità. Una subalternità resa paradossale dal fatto che in occasioni espositive di rilievo e in ambiti geografici diversi, svariate artiste hanno realizzato ambienti complessi, connotati da stratificazioni di significati, talvolta imperniati su questioni politiche e tuttavia oggetto di riscontro di pubblico e di stampa. Altri spazi, appunto“. Marina Pugliese, curatrice della mostra.

AMBIENTI 1956 - 2010. Environments by Women Artists II
Lea Lublin, Penetración /Expulsión, 1970 – 2023, ph. Cinzia Capparelli

La visita della mostra

In mostra diciannove opere tridimensionali e immersive, “ambienti” creati da artiste internazionali che, al confine tra arte, architettura e design, prendono vita grazie all’interazione del pubblico dialogando armoniosamente e sinergicamente con gli spazi esterni e interni del MAXXI. Partendo dalla piazza esterna del museo l’esposizione prosegue all’interno del MAXXI nelle gallerie 2, 3, 4 e nella sala Gian Ferrari. Il percorso espositivo offre ai visitatori un’esperienza multisensoriale, intrigante e coinvolgente, dove si diventa partecipi e protagonisti del processo creativo dell’artista.

Ti trovi nel cuore del museo. Senti lo spazio intorno a te. Presta attenzione al tuo corpo. Ascoltalo.Ti guiderà nella scoperta delle opere. L’esperienza fisica è una forma di conoscenza. Ogni opera suggerisce sensazioni  e comportamenti diversi. Scegli quello che ti fa sentire a tuo agio. Ricorda però che sei in un museo e le opere sono delicate. Puoi anche toccarle, ma trattale con cura. Alcune ti accoglieranno, altre potranno metterti alla prova. Ogni opera ci parla in modo diverso. Ogni persona è diversa.  Ogni esperienza è unica. Alcune si trasformano. Questo è un invito a partecipare“.

                                                                                                    

AMBIENTI 1956 - 2010. Environments by Women Artists II
Lea Lublin, Penetración /Expulsión, 1970 – 2023, ph. Arianna Callocchia

Le diciannove opere

Don’t Miss a Sec’ di Monica Bonvicini, è la prima opera in mostra allestita nella Piazza Alighiero Boetti del MAXXI che invita i visitatori ad interrogarsi sul confine tra privato e pubblico. Alla sinistra, l’edificio del MAXXI, progettato nel 1998 da Zaha Hadid (1950-2016)e aperto al pubblico nel 2010, è a tutti gli effetti parte del progetto espositivo come involucro e ambiente esso stesso. Il visitatore è invitato a esplorare lo spazio del museo e ad apprezzarne il design originale seguendo un percorso personale nelle gallerie fluide e dinamiche che si susseguono e si intrecciano su più livelli sovrapposti. All’interno del MAXXI, Red (Forma di una zanzariera) di Tsuruko Yamazaki, una tenda in vinile rosso sospesa che ricorda le tradizionali zanzariere utilizzate in Giappone, accoglie i visitatori al primo piano del museo. La visita della mostra prosegue nella terrazza successiva con l’opera di Martha Rosler, If You Lived Here…, che mette in luce importanti questioni sociali come l’emergenza abitativa.

Nella terza terrazza Lygia Clark espone A casa é o corpo, un percorso sensoriale che fa rivivere l’esperienza del concepimento e della nascita. Nell’opera Alleyway, Lohar Chawl l’artista Nalini Malani, mette a confronto il quartiere popolare di Lohar Chawl, dove vive e lavora, con il quartiere signorile e alla moda di South Mumbai in India.

L’installazione sonora The Bird Tree di Christina Kubisch, realizzata come un grande albero composto da cavi elettrici, permette di ascoltare  indossando delle cuffie magnetiche, gorgheggi e cinguettii di uccelli da tutto il mondo. Con l’opera To Breathe, allestita nella porzione vetrata della galleria, l’artista Kimsooja rende la luce e il riflesso componenti essenziali dello spazio.

Proseguendo nella Galleria 2  il visitatore può entrare e sdraiarsi nell’opera Ambiente spaziale: “Utopie” nella XIII Triennale di Milano di Lucio Fontana e Nanda Vigo e ritrovare la sua immagine moltiplicata all’infinito nell’installazione Ambiente cronotopico vivibile di Nanda Vigo. Con l’opera Vento di s.e. velocità 40 nodi l’artista Laura Grisi coglie di sorpresa il visitatore con un forte flusso d’aria improvviso. Penetración / Expulsión, di Lea Lublin, tratta il tema della riproduzione umana attraverso diversi elementi tra cui un tunnel  trasparente che richiama metaforicamente il cordone ombelicale e che i visitatori possono percorrere. Sleeplessness,di Micol Assaël, fa riflettere all’interno di ambienti freddi e asettici sull’imprevedibilità e l’incapacità di garantire il totale controllo dell’opera d’arte stessa. La torre d’acciaio We used to know, di Tania Mouraud, emette ultrasuoni e infrasuoni  all’interno di una stanza illuminata e riscaldata con dei fari fino a raggiungere una temperatura di 45 gradi.  Feather Room, di Judy Chicago, accoglie il visitatore in uno spazio onirico totalmente bianco riempito per mezzo metro in altezza da piume cruelty-free.

In corrispondenza di uno dei due ingressi della galleria 4 del MAXXI, l’installazione “Il termine ’affine‘ attrae la nostra attenzione anche se in realtà non significa nulla”, di Esther Stocker, trasforma lo spazio del MAXXI con un dinamico gioco di volumi e una trama ortogonale di colore bianco e nero che riveste il pavimento, il soffitto, le pareti e i due ascensori. Alla sua sinistra il pavimento inclinato conduce a Sip My Ocean, l’installazione audio-video di Pipilotti Rist che, con un ritmico andamento caleidoscopico di immagini filmate sott’acqua, sviluppa un effetto ipnotico dal quale scaturisce la sensazione di trovarsi in un mondo alternativo.

Protagonista della galleria 4 è l’opera Spectral Passage di Alexandra Kasuba che offre ai visitatori l’opportunità di sperimentare fisicamente un arcobaleno, ripercorrendo quel viaggio metaforico che dalla nascita porta alla morte e, ancora, alla rinascita. Proseguendo, verso il Foyer di accesso della galleria 3, l’installazione ¡Revuélquese y viva! di Marta Minujín, realizzata con materassi dipinti a mano, accoglie il visitatore in un’ambiente soffice e colorato dove al suo interno, in sottofondo, risuonano i successi dei Beatles.


Fino al 3 novembre 2024

Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Via Guido Reni, 4A

Orari: martedì-domenica 11.00-19.00

Biglietti: Intero €14.00, Ridotto €11.00

maxxi.art

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